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Deposito scorie nucleari, secco "No" della Sogin alla richiesta di una proroga da parte di Città Metropolitana

"Delusi ma non rassegnati, ora tocca ai nostri parlamentari".

Deposito scorie nucleari, secco "No" della Sogin alla richiesta di una proroga da parte di Città Metropolitana
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Deposito scorie nucleari, Sogin non concede la proroga richiesta da Città metropolitana di Torino.

Deposito scorie nucleari

Nessuna apertura da parte di Sogin alla richiesta avanzata venerdì 12 febbraio da Città metropolitana di Torino per ottenere una proroga di ulteriori 60 giorni del termine fissato nel 5 marzo per la presentazione delle osservazioni alla proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e del progetto preliminare per la collocazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari.

Il "No" di Sogin

Una lettera, cortese ma ferma, ricevuta ieri, mercoledì 17 febbraio 2021, dal vicesindaco metropolitano Marco Marocco spiega le procedure attuate da Sogin a partire dal 5 gennaio con l'avvio della consultazione pubblica insieme alla pubblicazione online sul sito www.depositonazionale.it della carta di aree potenzialmente idonee ad ospitare il sito nazionale unico per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi prodotti in Italia.

"Delusi ma non rassegnati"

"Siamo delusi dalla chiusura di Sogin - commentano il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la consigliera delegata all'ambiente Barbara Azzarà - ma non rassegnati: la partita per ottenere più tempo è nelle mani dei parlamentari e siamo certi che faranno tutti la loro parte. La stessa Sogin nella lettera di risposta ricorda che sono stati presentati molti emendamenti sul rinvio dei termini nel decreto milleproroghe e che l'iter parlamentare è in corso".

Ora la parola passa ai parlamentari

"La Città metropolitana con tutti i sindaci dei Comuni potenzialmente interessati torna a sollecitare i parlamentari del nostro territorio affinché facciano sentire la loro voce in tempo per spostare la scadenza del 5 marzo" concludono Marocco e Azzarà, ricordando che tutti gli uffici interessati sono al lavoro per predisporre il materiale per far comprendere che nessuno dei nostri siti individuati nella proposta della Carta nazionale (Carmagnola e Caluso, Mazzè e Rondissone) sono idonei.

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