Forno

Dona il plasma per aiutare altri pazienti a guarire dal Coronavirus

Lo aveva promesso  dopo aver provato la terribile esperienza del Covid-19

Dona il plasma per aiutare altri pazienti a guarire dal Coronavirus
Pubblicato:
Aggiornato:

Dona il plasma per aiutare altri pazienti a guarire dal Coronavirus.

Dona il plasma

Marco Usai di Forno,  operaio 44enne di Forno, dona il plasma per aiutare altri pazienti a guarire dal Coronavirus. Lo aveva promesso  dopo aver provato la terribile esperienza del Covid-19, al fine di aiutare più persone possibili che come lui hanno dovuto fare i conti con il virus. Dopo un’attesa durata qualche settimana l'uomo che era stato al centro di un nostro articolo su Il Canavese riguardo la sua esperienza, è riuscito nel suo intento.

Il racconto

La settimana scorsa, infatti, si è recato presso l’ospedale di Ivrea e dopo le analisi necessarie in questi casi alla fine ha potuto completare la propria donazione. «Sono felice di poter essere utile alla causa, come per altro avevo già detto subito dopo che la mia guarigione era stata confermata dal secondo tampone - spiega l’altocanavesano - Mi ero attivato immediatamente per poterlo fare, ma c’è stato un periodo di attesa dovuto all’iter necessario per attivare il servizio pure nella nostra zona». Marco ha fatto i conti con quello che è un nemico invisibile, ma durissimo da combattere: «Proprio per l’esperienza che ho vissuto sulla mia pelle - prosegue Usai - ho fatto in maniera di poter donare il plasma, dato che si è scoperto che questa pratica può essere utile nella guarigione dei pazienti colpiti dal Coronavirus».

Il commento

A distanza di un po’ di tempo da questa esperienza terribile, il fornese oggi sta meglio ed è tornato alla vita di sempre: «Sto bene e questo mi conforta moltissimo, anche se i medici mi hanno detto che prima di raggiungere il totale recupero, soprattutto a livello polmonare, ci vorrà ancora un po’ di tempo. Sono tornato alla vita di tutti i giorni, fatta di lavoro e dello stare con la mia famiglia. Beni preziosi per ognuno di noi, dei quali si capisce ancor di più il reale valore quando si vivono esperienze come la mia». Il canavesano si dice pronto a fare nuovamente il proprio dovere, visto che gli è stata chiesto la disponibilità per un’ulteriore donazione: «Dato che la “carica” presente nel mio plasma è elevata mi hanno domandato se fossi disponibile per tornare ad Ivrea dopo una quindicina di giorni e io gli ho prontamente risposto di sì. Vorrei sottolineare l’enorme disponibilità, professionalità e gentilezza dimostrata da tutto il personale medico dell’ospedale di Ivrea, che mi ha seguito e messo a mio agio».

Seguici sui nostri canali