il saluto dei torinesi

E' morto Stefano, l’uomo che vendeva barzellette in giro per la città

Rimbalzano da un profilo all'altro le sue freddure, perché il modo migliore per ricordarlo dopotutto è ancora il sorriso.

E' morto Stefano, l’uomo che vendeva barzellette in giro per la città
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E' morto Stefano, l’uomo che vendeva barzellette ai torinesi, lo riportano i colleghi di Prima Torino. “Attento al cemento! E’ armato”, “Come ammazzi un orologiaio? Col pendolo”, “Sai dove si allenava Gesù Bambino? In palestrina”, esiste forse un modo migliore di ricordare qualcuno che delle barzellette aveva fatto il proprio marchio, se non quello di citarne alcune immaginandosi gesti e mimica di quella persona?

Addio Stefano, figura mitica di Torino

Probabilmente no, ed è per quello che da ore le freddure di Stefano rimbalzano da un profilo all’altro dei tanti torinesi, compresa la sindaca Chiara Appendino, che si sono imbattuti in lui. A tutti sembra il modo più giusto per ricordarlo in questa giornata di sole che non può più scaldarlo, ma che certamente gli sarebbe piaciuta. Figura mitica con il suo cartello Vendesi attaccato al collo ti si poteva avvicinare in qualsiasi momento, mentre facevi la spesa, andavi all’università o in ufficio, spesso mentre eri fuori a bere qualcosa con gli amici. Specialmente in queste occasioni avveniva la magia: per pochi spiccioli un piccolo spettacolo privato, ma soprattutto un sorriso in grado di allontanare i pensieri di troppo per qualche istante.

 

L’uomo delle barzellette

Mai invadente, mai aggressivo. C’è chi se lo ricorda quando era ragazzo e per 1.000 lire raccontava ben 3 barzellette. Aveva iniziato, diceva, per prolungarsi una vacanza in Liguria perché i soldi erano finiti in fretta. Lo stratagemma aveva funzionato così bene che lo aveva utilizzato anche una volta tornato a Torino facendone una “professione” e trasformandosi nell’“uomo delle barzellette”. Di fatto Stefano era un barbone e non manca, soprattutto oggi, il pensiero che forse per lui si poteva fare di più. Ma non è il tono polemico di certi commenti apparsi sui social, seppur legittimi e condivisibili, il tono che Stefano forse avrebbe voluto per i saluti dai suoi “fan”, meglio ricordarlo con un sorriso e immaginarselo con il cartello Vendesi, questa volta non per strada tra le vie di Torino, ma direttamente in Paradiso.

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