Volpiano

Ex-Karcher sciopero ad oltranza: Lasciati in mezzo alla strada

"Dopo una vita per questa azienda ci ritroviamo senza lavoro".

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Ex-Karcher sciopero ad oltranza perché la situazione sta precipitando nell'azienda di Volpiano: lo stabilimento sta per chiudere definitivamente i battenti, lasciando a casa i 70 dipendenti superstiti dai precedenti passaggi di proprietà dell’azienda.

Ex-Karcher sciopero ad oltranza

Sono giorni di “lotta” con al fianco i sindacati davanti all’azienda di via Pisa dove i lavoratori stanno portando la drammatica situazione che stanno vivendo in queste ore dopo le rassicurazioni avute in passato che, oggi, sono disattese. E la Kärcher, dunque, multinazionale a conduzione familiare con sede in Germania, torna a far parlare di sé a Volpiano, e lo fa nel peggiore dei modi. Pare infatti che lo stabilimento volpianese ad essa collegata, la Arihant, stia per chiudere definitivamente i battenti, lasciando a casa i 70 dipendenti superstiti dai precedenti passaggi di proprietà dell’azienda.

Storia già vista

Per i lavoratori si tratta in effetti di una storia già vista: negli ultimi anni la ditta volpianese ha cambiato tre volte nome , passando da Cov a Mv (Manifattura Volpiano) e infine a Arihant. Già nel 2018 le colonne de Il Canavese avevano riportato la notizia relativa allo sciopero degli allora circa 140 operai che avevano manifestato di fronte ai cancelli della fabbrica allo scopo di ottenere risposte circa il proprio futuro occupazionale, dato che l’azienda sarebbe stata venduta di lì a poco. In quel caso la situazione si era appianata grazie a un cambio di proprietà, frutto di un accordo con i rappresentanti dei sindacati Fiom, Fim e Uilm, che aveva semplicemente trasformato gli operai in dipendenti della nuova società Mv, la quale avrebbe continuato a produrre aspirapolvere per contro di Kärcher.

Senza garanzie

Ora la situazione torna a preoccupare perché, pur correndo voci di un possibile acquisto della fabbrica da parte di una società indiana (Foxtini, sempre legata a Kärcher, ma attiva nella produzione di motori), non esiste alcun tipo di garanzia in questo senso per i lavoratori. Fonti sindacali riferiscono che si tratterebbe di un nuovo caso di delocalizzazione e con la conseguenza che gli attuali dipendenti si ritroveranno a casa e senza più un posto di lavoro.

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