Fava: Tuteliamo le nostre produzioni contro l’invasione di prodotti stranieri
Per Fava "le aziende canavesane non chiedono l’arrivo di una nuova invasione di disperati dall’Africa, ma un sostegno in favore della nostra produzione di qualità".

Inaugurazione delle Fiere di Noasca e di Pont Canavese. Mauro Fava: «Dobbiamo sostenere il settore agroalimentare. Le nostre produzioni devono essere tutelate, contro l’invasione di prodotti stranieri a basso costo e di dubbia qualità».
Tuteliamo le nostre produzioni
Il consigliere regionale della Lega Mauro Fava ha preso parte alle inaugurazioni delle fiere di Noasca e di Pont Canavese. Due occasioni utili anche per incontrare allevatori e produttori agricoli, raccogliendo le loro preoccupazioni e lamentele. "Tutti gli imprenditori del settore agroalimentare lamentano da tempo le inefficienze del sistema: i prezzi che troviamo sulle bancarelle del mercato o sugli scaffali dei centri commerciali sono cinque, sei volte superiori a quanto viene corrisposto a chi produce – commenta il consigliere cuorgnatese – Il risultato è che a ai nostri coltivatori e allevatori restano solo le briciole e fanno fatica ad avere margini di utile, mentre i loro prodotti subiscono la concorrenza di quelli che vengono importati dall’estero, da Paesi UE o anche extra-UE, che nonostante debbano percorrere centinaia di chilometri per giungere nei nostri negozi riescono ad avere prezzi concorrenziali".
Sistema viziato
"E’ un sistema viziato, che penalizza i produttori italiani a scapito della qualità del cibo che noi mangiamo - aggiunge il consigliere regionale Fava - Perché quegli stessi prodotti stranieri, non vengono coltivati e trattati con le stesse regole e la stessa attenzione che prestano i nostri agricoltori e allevatori. A differenza di quello che sostiene il neo-ministro all’Agricoltura, le aziende canavesane non chiedono l’arrivo di una nuova invasione di disperati dall’Africa, ma un sostegno in favore della nostra produzione di qualità, sempre più minacciata dalla concorrenza straniera».
Animali selvatici
La minaccia non è soltanto quella legata al commercio estero, ma è anche rappresentata dall’espansione dei branchi di animali selvatici.«Dobbiamo uscire da una logica perversa di ottuso ambientalismo, che finisce per penalizzare esclusivamente il lavoro dell’uomo – continua Fava – L’atteggiamento talebano è dannoso, sempre. Siamo tutti d’accordo che si debbano tutelare le specie animali, e soprattutto quelle in via di estinzione, ma ciò non vuol dire che non si possa tenere sotto controllo la loro proliferazione. Per quanto riguarda i cinghiali, ad esempio, mi pare che i numeri negli ultimi anni siano totalmente esplosi, tanto che sono sempre di più gli imprenditori agricoli che si lamentano per i danni provocati alle colture. Senza contare il pericolo rappresentato per la circolazione stradale. Allo stesso modo, per quanto riguarda i lupi, se la loro ricomparsa è un fatto positivo, dobbiamo anche prestare attenzione a monitorare i numeri dei branchi. E comunque è giusto che lo Stato risarcisca gli allevatori per i capi di bestiame uccisi dai predatori»