Lombardore

Fotovoltaico la linea dura degli ambientalisti

Gli Amici della Vauda rifiutano l'invito del costruttore ad un confronto aperto: al tavolo con voi non ci sediamo.

Fotovoltaico la linea dura degli ambientalisti
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Fotovoltaico la linea dura degli ambientalisti a Lombardore contro il Parco Fotovoltaico nel Parco della Vauda.

Fotovoltaico la linea dura degli ambientalisti

Impianto fotovoltaico? No grazie. Le rassicurazioni della Kyan srl non sono bastate a quietare gli animi e ancora una volta si erge decisa la voce del movimento canavesano per la tutela ambientale «Amici della Vauda» che sottolinea il ritardo nella richiesta di un confronto pubblico da parte dell’azienda.

Troppo tardi...

«La proposta – sottolineano - sarebbe dovuta pervenire prima che il progetto fosse portato alla Città Metropolitana con la quale si è già sviluppato un percorso di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) senza che neppure i Comuni interessati ne sapessero nulla». «Nessun confronto con società che guardano esclusivamente al guadagno», ha ribadito l’associazione che si è comunque resa disponibile ad incontrare le istituzioni in quanto rappresentanze dei cittadini. Il movimento replica alle osservazioni della proponente Kyan sottolineando come la presenza dell’impianto costituisca un problema per la Riserva, vista la vicinanza alla stessa di soli 50 metri.

Gli alberi

«Quanto agli alberi che sarebbero piantati – specificano rivolgendosi ai diretti interessati -  vediamo che al momento vi apprestate ad abbattere diverse querce secolari la qual cosa non ci pare un buon biglietto da visita. L’idea, poi, di erba da foraggio da coltivarsi sotto i pannelli fotovoltaici, nonostante la nostra ignoranza in merito, ci pare divertente. Si pensi a 25 ettari da falciare a mano, inginocchiati sotto i pannelli (…) Quanto all’utopico miglioramento del suolo, ribadiamo che se siete a conoscenza di un utilizzo di prodotti vietati dalla normativa vigente, dovreste denunciare la cosa all’autorità competente».

Posti di lavoro

Altra incongruenza segnalata dal movimento è la discrepanza tra il progetto, che prevede una vita dell’impianto di 20 anni, ed il calcolo per l’introito ai Comuni che viene fatto sui 30 anni: «Non credendo alla vostra buona volontà di regalare 10 anni ai Comuni, pensiamo piuttosto che i pannelli da voi proposti abbiano un degrado dopo i 25 anni così come dichiarato dal costruttore cinese». Non convince neanche l’aspetto che riguarda le opportunità di lavoro che si verrebbero a creare solo in alcune fasi durante i primi 10 mesi di installazione. «Riconosciamo il vostro essere un’azienda del territorio, però attenzione, siete l’azienda proponente, mentre la committente (Ecopiedmont 1 srl) è di Milano». Così gli Amici della Vauda si schierano a difesa del territorio, minacciato da quella che già nelle scorse settimane è stata definita come «l’ennesimo tentativo di consumo di suolo, mascherato da intervento “verde”».

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