grande dolore

Il Canavese piange la morte di Sara Cornelio

Ha lottato sino alla fine e ha vissuto sempre portando con se luce e speranza.

Il Canavese piange la morte di Sara Cornelio
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Tanto dolore in Canavese per la tragica notizia della morte della 23enne Sara Cornelio che ha lottato sino alla fine contro una grave malattia. Era molto conosciuta non solo nell'Eporediese, ma in tutto il Canavese dove ha sempre raccontato la sua storia e ha portato speranza a molte persone.

Il Canavese piange la giovane Sara Cornelio

Profondo dolore e sconforto per la morte a soli 23 anni di Sara Cornelio. La giovane ragazza di Pavone Canavese ha lottato sino alla fine contro la fibrosi cistica che alcuni anni fa l'aveva costretta ad un trapianto polmonare. Negli ultimi giorni le condizioni di salute di Sara erano peggiorate e questa mattina, sabato 19 febbraio 2022 è giunta la tragica notizia del suo decesso. Numerosi i messaggi in ricordo di questa giovane donna che ha sempre amato la vita e ha sempre avuto speranza.

 "Cinque anni fa sono rinata grazie a un Dono: due polmoni meravigliosi che mi hanno permesso di ricominciare a vivere.

Ma il mio più grande progetto consiste nel diffondere speranza e luce nel mondo!".

Sono queste le parole che Sara ha lasciato sul suo blog. Parole di speranza che fanno emergere la sua grande gioia e voglia di vivere.

Aveva scritto dei libri

Sara si era laureata al Dams ed è autrice di  canzoni e di due libri “Un dono mi ha salvata” presentato al Salone del Libro di Torino e “La parte migliore di te”. Sara aveva raccontato la sua storia dando un grande insegnamento alle numerose persone che l'hanno conosciuta.

Sara aveva raccontato la sua storia

Un dono mi ha salvato. La mia vita tra le righe»: è questo il titolo del libro scritto dalla giovane autrice originaria di Pavone Sara Cornelio e presentato al Salone del Libro di Torino il 13 maggio 2019.  In un'intervista Sara ci aveva parlato di lei: «Il libro racconta la mia esperienza di vita legata al doppio trapianto di polmoni che ho avuto all’età di diciotto anni. A soli due anni mi venne diagnosticata la fibrosi cistica: all’inizio ero una bambina come gli altri, ma quando andavo alle scuole medie dovevo usare l’ossigeno 24 ore al giorno perché la malattia era degenerata in fretta. A 18 anni ero stata inserita nella lista trapianti e dopo sei mesi era arrivata l’attesa chiamata: non è stata una passeggiata, ma dopo l’intervento ho ripreso in mano la mia vita, anche tornando a fare le cose più semplici della vita di tutti i giorni. Nel mio libro ho voluto parlare di questo, di un dono a cui si legano la rinascita, la riscoperta della vita, dell’amore e dell’amicizia, dando un messaggio di speranza. Sono una persona positiva, che guarda sempre il bicchiere mezzo pieno e l’ho potuto fare anche grazie alle persone che mi sono state vicine. “Se manca il fiato una soluzione si trova, se manca l’amore si muore dentro”: affrontare tutto quanto da soli, anche senza la fede che mi accompagna quotidianamente, sarebbe stato molto diverso. La fibrosi cistica per me non è stata una maledizione, anzi: nella sofferenza ho capito che è possibile trovare un’occasione, senza farsi troppe domande sul perché sia capitato proprio a me. Sono quello che sono anche grazie alla mia malattia».

Sara ha sempre vissuto la vita  con il  desiderio di speranza e luce e in questo importante e grande progetto lei è riuscita alla grande.

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