CORIO

Il messaggio di don Claudio Baima Rughet ai fedeli in occasione della Pasqua

«Le persone dovrebbero santificare il tempo che hanno a disposizione, stare a casa con la propria famiglia»

Il messaggio di don Claudio Baima Rughet ai fedeli in occasione della Pasqua
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Il messaggio di don Claudio Baima Rughet ai fedeli in occasione della Pasqua.

Il messaggio di don Claudio Baima Rughet ai fedeli
in occasione della Pasqua

«Le persone dovrebbero santificare il tempo che hanno a disposizione. Stare a casa con la famiglia e curare questa relazione è un dono che offriamo a coloro che amiamo». Questo è il messaggio di speranza che lancia il vicario episcopale don Claudio Baima Rughet, nel pieno della Settimana Santa. Quest'anno non sono previste celebrazioni liturgiche in presenza per la Pasqua. Tuttavia domenica 12 aprile, alle 9.30, il vicario celebrerà la Messa sul profilo Facebook “Terra Terra Corio”.

Qual è il compito dei sacerdoti in questo periodo di emergenza

Don Claudio intende chiarire qual è il compito dei sacerdoti durante l'emergenza sanitaria che ha imposto a tutti di rallentare: «Credo che la nostra responsabilità di pastori sia quella di dare degli strumenti per offrire una lettura spiritale del tempo di difficoltà che stiamo vivendo. I prevosti non devono cedere al fastidio, che inizialmente regnava tra i confratelli, dell'impossibilità di riunire il popolo. Il fatto è stato immediatamente chiarito dalle autorità civili. Non si possono creare assembramenti - prosegue don Claudio - L'ardore pastorale non deve spingere a voler prendere a tutti i costi delle iniziative. Non è nemmeno richiesto. Piuttosto dobbiamo aiutare a vivere bene il tempo. Prima di tutto occorre renderci conto della nostra fragilità e vulnerabilità. Attualmente il concetto è diventato chiaro. I malati e i lutti stanno diventando numerosi. Perciò ringraziamo i medici e gli operatori sanitari per il lavoro che svolgono quotidianamente negli ospedali con grande umanità e professionalità. Dall'altra parte fermare l'attività dell'uomo a livello planetario ha riportato la Terra a respirare. Il dopo emergenza non deve diventare un semplice ritorno alla quotidianità di prima, ma deve promuovere la globalizzazione della solidarietà. Inoltre - conclude - è importante sostenere quanto questa pratica religiosa sia partecipazione interiore e spirituale. Proprio ora i credenti sono chiamati a capire quanto è importante la comunione con Gesù. La religione non s'esaurisce nella pratica. Ai fedeli consiglio di seguire le istruzioni dello Stato e fidarsi delle opinioni degli esperti. Certamente i parroci percepiscono la tensione delle proprie comunità. Per questo motivo bisogna essere presenti con i mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione. Inoltre, dove è possibile, si pensi a gesti di solidarietà. Non dimentichiamoci che il “Coronavirus” non ha cancellato le altre malattie. Ma ha creato nuovi bisogni. Quindi sono opportune le spese solidali e gli aiuti a chi è in difficoltà».

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