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Ivrea ripudia la guerra, ieri il presidio per la Pace

"A tutti i Paesi coinvolti diciamo: fermatevi!".

Ivrea ripudia la guerra, ieri il presidio per la Pace
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Si è svolto ieri, sabato 26 febbraio a Ivrea, il presidio contro la guerra.

Presidio contro la guerra

Si è svolto nel pomeriggio di ieri in piazza Ferruccio Nazionale a Ivrea il presidio per la Pace organizzato da:  ANPI, Associazione Ecoredia, Associazione Mare Aperto, Associazione Rosse Torri, Azione Cattolica, Centro Aiuto Vita MPV Ivrea, Centro Documentazione Pace, Centro Gandhi, CGIL-CISL-UIL del Canavese, Circolo PRC-SE di Ivrea, Circolo PD e Democratiche PD di Ivrea/Cascinette, Emergency, Economia Disarmata del Movimento dei Focolari, Fraternità CISV Albiano, Good Samaritan, Il sogno di Tsige, Legambiente Dora Baltea, Libera Ivrea, Mir Ivrea, Movimento 5 stelle Ivrea, Osservatorio migranti, Pax Christi Ivrea, Sentieri di pace, Viviamo Ivrea, ZAC.

Il commento degli organizzatori

"Il conflitto in Ucraina, in corso dal 2014, ha assunto dimensioni e tendenze gravissime, con il coinvolgimento della Russia e dei paesi della Nato, col rischio di avviare una guerra globale. - Affermano i sostenitori del presidio -  I popoli devono opporsi alla follia dei governanti che per ambizioni di potere e prestigio, per conquiste di risorse energetiche, per logiche nazionalistiche, non considerano i costi umani, naturali ed economici delle guerre e degli strumenti di guerra. Questi governi non pensano al bene comune.

Perciò noi, che abbiamo a cuore la sorte di ogni vita umana e dell’ambiente di vita di tutti i popoli, manifestiamo contro la guerra, contro i suoi preparativi e le provocazioni, perché la guerra non è “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, come recita l'art. 11 della nostra Costituzione, ma al contrario peggiora la situazione: causa vittime, sofferenze, odi, distruzioni, esodi delle popolazioni, povertà e crisi energetiche.

Chiediamo pertanto al Governo italiano di:

Essere parte attiva insieme all’Unione Europea nelle trattative per evitare la guerra.

 Favorire un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti delle popolazioni coinvolte.

 Fare intervenire l’ONU nella gestione della crisi e a sorveglianza nella regione del Donbass.

Dichiarare l’indisponibilità a partecipare e sostenere avventure militari;.

 Richiedere, tra i gesti di distensione da parte della Russia e della Nato, il ritiro dei soldati russi dalla frontiera ucraina e la rinuncia a fare entrare l’Ucraina nella Nato.

Cessare le forniture di armi alle parti in conflitto.

A tutti i Paesi coinvolti diciamo: fermatevi!

Deponete le armi e le minacce di guerra!".

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