Macachi liberi torna a protestare contro il progetto “Light up” che vede coinvolta l’Università di Torino

Research4life replica alle accuse: "Ogni anno in Italia 100mila nuovi ciechi, non toglieremo la vista agli animali".

Macachi liberi torna a protestare contro il progetto “Light up” che vede coinvolta l’Università di Torino
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Macachi liberi torna a protestare: anche a Torino uno striscione contro la ricerca. Striscioni apparsi in tutta Italia appesi dagli attivisti antivivisezionisti del Coordinamento Macachi Liberi che non rinunciano a dare battaglia al progetto “Light up” che vede coinvolte l’Università di Torino e Parma.

Macachi liberi, striscioni di protesta in 30 città italiane

Coinvolte nell’esperimento della durata di 5 anni sui deficit visivi umani causati da traumi, 6 macachi che – secondo quando riportato dal Comitato – a fine esperimento saranno soppressi. Durante la notte sono stati appesi numerosi striscioni per la liberazione dei macachi e oggi 20 gennaio in più di 30 città italiane sono visibili le scritte che chiedono con forza al ministro Roberto Speranza di bloccare l’esperimento. Anche questa azione come la precedente del 26 novembre 2019 ha visto i cancelli di decine di Facoltà scientifiche e di Psicologia nonché diversi luoghi strategici, tra cui la sede del Ministero della Salute a Roma, portare il messaggio di liberazione dei macachi.

Macachi Liberi contro la sperimentazione

“I primati sono stabulati a Parma e l’esperimento “Lightup – Turning the cortically blind brain to see” (che ha come scopo lo studio del fenomeno “blindsight” o “visione cieca” che si basa sulla consapevolezza o meno della presenza di uno stimolo visivo) dopo una prima prima fase di addestramento è già passato alla fase invasiva che prevede un intervento molto doloroso alla corteccia cerebrale per limitare al minimo la vista e studiarne i deficit – fanno sapere i Macachi Liberi – L’esperimento ha ottenuto un finanziamento per due milioni di euro di fondi pubblici dall’European Research Council”.

“Come è possibile sapere se un primate ha la consapevolezza di uno stimolo visivo? Evidentemente non lo è, infatti è dal 1974 che si cerca di usare il fenomeno di visione cieca per riabilitare persone ipovedenti, sempre e solo sperimentando su primati non umani, e non si è arrivati a nessuna conclusione. Pazienti affetti da cecità corticale si sono proposti come volontari per studi non invasivi, ma non sono stati tenuti in considerazione. D’altronde uno studio condotto nel 2017 su esseri umani è costato “solo” 20mila euro, non abbastanza per riempire le tasche dei vivisettori. Chiediamo che questi animali siano liberati e affidati ad un centro di recupero e chiediamo al Ministero della Salute una ricerca scientifica etica, sicura ed efficace condotta con i già esistenti metodi sostitutivi. Sempre e comunque nel rispetto di ogni forma di vita”.

Research4life: “Ogni anno in Italia 100mila nuovi ciechi”

“Ci sono circa 100mila nuovi ciechi In Italia ogni anno a seguito di lesioni al cervello – si difende Research4life – Sono persone che attendono i risultati della ricerca condotta dalle Università di Torino e Parma come una speranza di poter riavere la vista. Tutte persone dimenticate nella vicenda mediatica innescata da un comunicato della LAV”.

“C’è la ricerca dell’Università di Torino, condotta su animali come in tutto il mondo, che ha l’obiettivo quello di restituire la vista alle 100mila persone ogni anno rese cieche, in Italia, da lesioni al cervello. La ricerca ha il significativo nome di “Light up”, ovvero “riaccendere la luce”, e verrà condotta su sei macachi, che a seguito della stessa potranno subire una piccola macchia oculare determinata dagli esperimenti”.

Le accuse della LAV? Una fake news

In merito all’accusa della LAV i ricercatori non hanno dubbi: i macachi non perderanno la vista, è una fake news.

“Nonostante la replica di smentita da parte dell’Università la falsa notizia continua circolare tanto da indurre oltre centomila persone a firmare una petizione in rete contro la ricerca, nonché il Ministro della Salute Grillo (questo accadeva a giugno, ndr) a chiedere verifiche sulla sperimentazione, dallo stesso Ministero autorizzata e vederci chiaro. E’ lo stesso desiderio dei 100mila pazienti oggi ciechi a seguito di lesioni subite al cervello, che attendono i risultati di questa sperimentazione con la speranza di tornare a vedere. Le verifiche chieste dal Ministro, assolutamente legittime, ci sono già state ed hanno accertato la regolarità della sperimentazione animale condotta dall’Università”.

“Non è criminalizzando la sperimentazione animale, che è l’unico metodo possibile per trovare cure e farmaci importanti per la salute dell’essere umano, che si ottiene il progredire della scienza e lo sviluppo della società – proseguono – La perdita della vista è una delle conseguenze più frequenti e invalidanti di danno cerebrale, e colpisce tra il 45-70% dei pazienti con una lesione cerebrale. Considerando che solo in Italia si riportano circa 200.000 nuovi casi di pazienti con lesioni vascolari al cervello una stima conservativa è di almeno 100.000 nuovi casi ogni anno. Per questi pazienti non esistono terapie o programmi di riabilitazioni implementati dal sistema sanitario nazionale, come ad esempio i programmi di fisioterapia per pazienti con deficit motori”.

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