Il Caso

No al Circo Rivarolo continua la battaglia

Ma una sentenza del T.A.R Piemonte ha chiarito che secondo le Linee Guida CITES non può essere fatto alcun divieto ai circhi di utilizzare determinate specie di animali.

No al Circo Rivarolo continua la battaglia
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No al Circo Rivarolo continua la battaglia a tutela del benessere degli animali, in particolare a quelli del circo

No al Circo

"Il Regolamento Comunale a tutela del Benessere Animale, che questa Amministrazione ha fortemente voluto nel 2018, all’art 18 vieta espressamente l’utilizzo di specie selvatiche ed esotiche per attività di intrattenimento. Eppure una sentenza del T.A.R Piemonte ha chiarito che secondo le Linee Guida CITES non può essere fatto alcun divieto ai circhi di utilizzare determinate specie di animali. A questa sentenza si sono unite quelle di Marche, Molise, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Emilia Romagna..."

Un principio di libertà

E’ evidente, dunque, che il legislatore, allo stato attuale, ha un atteggiamento di particolare favore nel mantenimento di spettacoli con animali, non tenendo in considerazione l’evoluzione concettuale in merito alla tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi e che è entrata a pieno titolo in Costituzione l’11 febbraio 2022, ma che non prevede ancora reale applicazione a livello legislativo.
Nel 1965 il Brambell Report enunciò il principio delle cinque libertà fondamentali per la tutela del benessere animale: libertà da fame e sete, da disagi ambientali, da malattie e ferite e, soprattutto, libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche e libertà da paura e stress. Entra quindi nella storia il concetto di benessere psico-fisico dell’animale.

Una legge del 1968

Purtroppo, nel 1968, in Italia, la legge 337 ha tutelato la presenza degli animali nei circhi, obbligando gli Enti locali ad individuare aree comunali disponibili per l’installazione dei circhi – riconoscendo la funzione sociale di circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. La legge non pone alcuna limitazione all’utilizzo di animali, che, anzi, sono citati all’art. 4 tra i soggetti che si possono esibire. Una legge, quella del 1968, che non risulta essere più adeguata, non rispondendo nella maniera più assoluta alla nuova attenzione e sensibilità della nostra società, sempre più consapevole e attenta.

Nulla contro i circensi

"Va precisato che questa Amministrazione non ha nulla da eccepire alle attività circensi in sé, che anzi raccontano la storia di un’arte millenaria molto affascinante. Ma siamo certi che artisti, clown, acrobati e ginnasti possano creare momenti di altissima arte e cultura senza dover “usare” animali, soprattutto selvatici ed esotici, che certo non possono essere pienamente a proprio agio e privi di stress in un contesto così lontano dal loro habitat naturale", aggiunge l'amministrazione Rostagno.

Come muoversi?

Come contrastare, dunque, da parte del Comune questa pratica in attesa di un intervento del legislatore?

"Dimostriamo grande partecipazione alle attrazioni di spettacolo viaggiante che propongono spettacoli alternativi, e spieghiamo ai nostri bambini quanto è bello studiare e scoprire il comportamento degli animali nel loro habitat naturale. Il nostro comportamento e le nostre scelte possono influenzare la proposta di questi spettacoli. Finché avere animali “funzionerà” di più che non averne e finché la legge non prenderà una posizione chiara in merito, in armonia con le modifiche costituzionali appena entrate in vigore, gli animali continueranno ad essere oggetti e non esseri senzienti".

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