Cirie'

Non ci fu estorsione: assolto

Il pm aveva chiesto 1 anno e 8 mesi.

Non ci fu estorsione: assolto
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Non ci fu estorsione. Assolto Giovanni Leandro. Il pm aveva chiesto  1 anno e 8 mesi.

Assolto dall'accusa

Tre giorni di confronti verbali piuttosto accesi e un’accusa di presunta estorsione. Il pubblico ministero aveva anche chiesto una sentenza di condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione. Ma la sentenza ha ribaltato tutto. Giovanni Leandro, 51enne, residente all’epoca dei fatti a Ciriè, già noto alle forze dell'ordine, difeso dall’avvocato Patrizia Mussano, è stato assolto dal giudice Antonio Borretta del Tribunale di Ivrea.

Vicenda nel supermercato

La sentenza è stata emessa nella mattinata di martedì 18 febbraio. La vicenda si è sviluppata nell’arco di tre giorni, dal 19 al 21 settembre 2017, e ha avuto come principale “teatro” il supermercato Ekom di Ciriè. Tutto ha avuto inizio con un controllo degli agenti di sicurezza dell’esercizio. La moglie dell’imputato, infatti, era sospettata di aver occultato all’interno della sua borsa dei prodotti. La verifica, però, ha avuto esito negativo. Arrivata a casa, la donna avrebbe riferito il fatto al marito che a quel punto, arrabbiato, avrebbe contattato telefonicamente il supermercato. Nel corso della conversazione, l’imputato si sarebbe lamentato per il trattamento riservato alla moglie e avrebbe chiesto di poter avere un colloquio con i responsabili.

Per il pm atto intimidatorio

L'uomo si è recato presso l’esercizio commerciale del ciriacese per ben due volte nei giorni successivi. A questo punto, la vicenda assume contorni decisamente diversi nelle ricostruzioni fatte in aula in sede di discussione dalla pubblica accusa e dall’avvocato difensore. Secondo il pm, infatti, l’uomo si sarebbe rivolto con atteggiamento minaccioso e intimidatorio ai responsabili dell’Ekom chiedendo con fare estorsivo (ecco l’accusa mossagli dalla Procura) una sorta di “risarcimento” per aver controllato la moglie.

Assoluzione del giudice

Secondo l’avvocato Patrizia Mussano, invece, che ha fatto leva anche sulle dichiarazioni rilasciate in aula dagli interessati, non si trattato in nessun modo di estorsione. Il suo assistito certamente si era lamentato in maniera veemente, ma mai le sue parole avrebbero potuto far presagire una richiesta estorsiva. Il giudice ha sposato la versione del legale difensore e ha quindi emesso sentenza di assoluzione.

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