Omicidio San Giorgio, preso il killer di Laurent Radici

L'ex genero si è costituito: la vittima aveva ostacolato la sua relazione con la relazione con la figlia.

Omicidio San Giorgio, preso il killer di Laurent Radici
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Omicidio San Giorgio, si è costituito nella serata di ieri l'assassino di Laurent Radici, si tratta del genero 24enne.

Omicidio San Giorgio

Giuseppe Laforè, 24 anni è l'assassino di Laurent Radici, il 44enne rom di San Giorgio ucciso la scorsa settimana con un colpo di pistola alla testa sulla Provinciale che collega San Giorgio Canavese a Montalenghe.

L'episodio risale a giovedì scorso 10 gennaio 2019. Radici era stato colpito mentre stava entrando in casa. Immediatamente soccorso era stato portato prima a Ivrea e poi trasferito d'urgenza all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino dove 48 ore dopo era stato considerato dai medici in stato di morte cerebrale.

La confessione

Ieri sera Giuseppe Laforè, un nomade sinti di Romano Canavese, braccato dagli inquirenti, si è costituito presso il comando dei carabinieri della Stazione Borgata La Falchera di Torino. Ai militari l'uomo avrebbe raccontato di aver ucciso Radici perchè aveva osteggiato la sua relazione con la figlia, Ellison Radici, cessata qualche mese fa dopo circa due anni. Liti continue e dissidi che nell'ultimo periodo sarebbero diventati sempre più forti fino all'ultima, quella di giovedì 10 gennaio avvenuta nel cortile dell'abitazione di Radici, culminata con l'esplosione da parte di Laforè di alcuni colpi di pistola, uno dei quali avrebbe appunto raggiunto la vittima.

L'interrogatorio

Durante la settimana di fuga l'uomo sarebbe stato aiutato da amici e parenti. Presenti all'interrogatorio l'avvocato Pierfranco Bertolino, il procuratore capo d'Ivrea, Giuseppe Ferrando, il pm di Torino, Fabiola D'Errico e il sostituto procuratore di Ivrea, Daniele Iavarone. Determinanti per le indagini sono stati i riscontri emersi dall’attività di indagine condotta dagli agenti del Commissariato di Ivrea nonchè le immagini acquisite dai carabinieri presso alcuni sistemi di videosorveglianza di Montalenghe, Scarmagno, Romano Canavese e Ivrea. Ciò ha consentito di ricostruire i movimenti eseguiti nei minuti successivi alla sparatoria da Laforè bordo dell’Alfa Romeo Giulietta bianca.

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