Operazione testuggine: la banda voleva uccidere con la ricina

Avevano tentato agire durante la festa di CasaPound Torino.

Operazione testuggine: la banda voleva uccidere con la ricina
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Operazione testuggine: la banda voleva uccidere con la ricina.  il Reparto Anticrimine Carabinieri di Torino ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 27 marzo dal G.I.P. presso il Tribunale di Torino nei confronti di quattro cittadini italiani di età compresa tra i 20 e i 24 anni per i reati di produzione e detenzione di aggressivo chimico del tipo ricina (sostanza velenosa dagli effetti mortali per l’uomo), tentato omicidio aggravato e continuato, tentata fabbricazione di arma da fuoco clandestina.

Operazione testuggine

Le indagini, avviate nell’ottobre 2018 sotto la direzione della Procura della Repubblica di Torino a seguito del tentativo di acquisto di una pistola modello “Liberator” in polimeri realizzabile con una stampante 3D da parte di uno degli indagati, hanno consentito di ricostruire il quadro complessivo delle attività delittuose commesse o pianificate dai quattro soggetti che: avevano tentato l’acquisto di un’arma clandestina modello Liberator da stamparsi in modalità 3D;
avevano acquistato tutte le apparecchiature necessarie a costituire un laboratorio clandestino per la lavorazione dei semi di ricino e per la produzione di sostanze stupefacenti di tipo sintetico; avevano sintetizzato la molecola di ricina in purezza che intendevano utilizzare per commettere l’omicidio di due italiani per vendicarsi del fatto che si fossero fidanzati con ragazze di cui gli indagati si erano invaghiti.

Il tentativo di uccidere

Gli indagati avevano già tentato il  10 novembre 2018 di commettere l’omicidio di una delle due vittime, durante la festa di CasaPound Torino – denominata BLOCCOPARTY 2018 – al circolo ASSO DI BASTONI di Torino via Cellini 22, versando una dose di ricina all’interno di un bicchiere contenente vodka poi offerto all’ignara vittima.

Il fallimento

La ricina non si era però diluita completamente e si era depositata sul fondo del bicchiere essendo stata mescolata con un liquido a forte base alcolica, ma la vittima accusava, a distanza di due giorni, fortissimi dolori allo stomaco con attacchi di vomito.

La vendita di stupefacente

Avevano pianificato un’attività di vendita su larga scala della ricina e dello stupefacente sintetico utilizzando piattaforme online sul deep web1.

Il sequestro

L’attività investigativa aveva già consentito il 21 dicembre 2018, di rinvenire e sequestrare, all’interno del laboratorio clandestino realizzato nel garage dell’abitazione di uno degli indagati, in Bra (CN), alcuni contenitori con sostanze liquide e solide riconducibili alla lavorazione dei semi di ricino; per tali motivi il soggetto era stato arrestato in flagranza di detenzione di ricina (ex art. 10 legge 496/1995). Il materiale solido e liquido sequestrato è stato analizzato dal consulente tecnico nominato dall’Autorità giudiziaria che ha rilevato la presenza di ricina all’interno dei campioni prelevati.

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