Colleretto Giacosa

Panigaccio 2.0 lo sfogo del titolare dopo i controlli al locale

«Il locale non ha più riaperto al pubblico dalla fine del primo lockdown nel 2020, obbligandoci a rinventarsi un'attività già nell'estate di un anno fa»

Panigaccio 2.0 lo sfogo del titolare dopo i controlli al locale
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Panigaccio 2.0 lo sfogo del titolare dopo i controlli al locale lo scorso fine settimana.

Panigaccio 2.0

«Il locale non ha più riaperto al pubblico dalla fine del primo lockdown nel 2020, obbligandoci a rinventarsi un'attività già nell'estate di un anno fa». Così Federico Sica, proprietario dei ristoranti il Panigaccio, incluso quello 2.0 di Colleretto Giacosa, dove sabato scorso (16 ottobre) – il giorno dopo l'entrata in vigore del green pass sui luoghi di lavoro – i carabinieri di Ivrea insieme ai colleghi del Nas hanno condotto un controllo. Nel locale i militari dell'Arma avrebbero così riscontrato carenze sanitarie in cucina e mancanza di conformità alle normative per la prevenzione del Covid 19 (tre collaboratori del titolare erano senza certificazione e non indossavano la mascherina). La struttura è stata, dunque, chiusa per 5 giorni.

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L'impianto scollegato

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L'avviso della festa privata

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L'avviso anche all'esterno

 

Lo sfogo del titolare

«Ma lo era già da più di un anno – rimarca Sica – quando abbiamo deciso di non riaprirlo al pubblico, preferendo utilizzare la location esterna ed i circa 4mila metri quadrati di giardino, affittandola per convegni, conferenze o feste private, mentre quelli interni sono ormai adibiti a magazzino». E pure quella di sabato era tra queste attività - una festa di compleanno - nei mesi estivi finite talvolta al centro di segnalazioni per le polemiche sollevate da alcuni sul baccano. «Quando è iniziata l'ispezione, intorno alle 18.30 – prosegue l'imprenditore eporediese impegnato da anni nel settore della ristorazione – stavamo all'estendo il parco esterno». Tant'è che all'ingresso, dove dal portone sono stati eliminati ormai da tempo gli orari di apertura, era già stato affisso un cartello specificando che era riservato agli invitati di Unplug. «In questi casi oltre tutto è un catering esterno ad occuparsi della somministrazione – prosegue Sica – Tanto è vero che la cucina del locale non è più attiva: i frigoriferi sono spenti ed il gas è ormai scollegato». All'interno del parco c'era il ristoratore, insieme ai suoi famigliari (che vivono nell'appartamento al piano superiore), in particolare la sua compagna ed i figli, e alcuni amici di quest'ultimo. «La festa sarebbe dovuta iniziare alle 20 – rimarca ancora Sica – non si stava “lavorando”».

La multa

E sull'esito del controllo conclude: «Era già in corso la pratica per restituire la licenza, dunque il locale non resterà chiuso per 5 giorni, perché di fatto lo era già, ed è stata consegnata proprio in questi giorni. La multa, circa 280 euro, aggrava una situazione già di per sé precaria, perché le nostre attività erano già state pesantemente colpite dalla chiusura forzata durante i lockdown, dai mancati pagamenti dei sostegni previsti nel decreto Ristori, ma non ancora erogati». E taglia corto: «Ci ri-inventeremo nuovamente per continuare a lavorare, perché le nostre attività, va ricordato, generano anche posti di lavoro, ma inevitabilmente si dovranno rivedere i contratti ai dipendenti».

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