Rifiuti Covid l'Scs di Ivrea appalta il servizio ad una cooperativa
Una misura di prevenzione, al fine di contenere la diffusione del virus

Rifiuti Covid l'Scs di Ivrea appalta il servizio ad una cooperativa.
Rifiuti Covid
Per i rifiuti Covid l'Scs di Ivrea appalta il servizio ad una cooperativa al fine della raccolta e dello smaltimento in alcuni paesi dell'Eporediese e del Canavese. In questo particolare frangente l’ISS aveva prodotto, in seguito alla prima ondata di contagio, una guida pratica con linee d’indirizzo sulle modalità operative, improntate al principio di cautela, per l’eliminazione dei rifiuti domestici dei casi di quarantena obbligatoria. Secondo tali prescrizioni questi (comprendenti anche umido, plastica, carta e metalli) non devono essere differenziati, vanno chiusi con due o tre sacchetti resistenti (uno dentro l’altro) e buttati nel contenitore del secco non riciclabile.
La scelta di Scs
Quale ulteriore misura di prevenzione, al fine di contenere la diffusione del virus, Società Canavesa Servizi è scesa in campo, mettendo a disposizione di tutti i 57 Comuni gestiti un servizio dedicato per il ritiro a domicilio dei rifiuti prodotti dagli utenti positivi, che devono osservare il periodo di isolamento domiciliare. Non avendo la forza materiale per poter gestire anche questa attività, a fronte della richiesta giunta da alcuni Comuni, Scs si è affidata a una ditta specializzata, la Nuova Cooperativa di Torino, che dispone di personale opportunamente formato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuale, oltre che di veicoli specificatamente predisposti all’incombenza.
La cooperativa
“Il numero maggiore di richieste – ha spiegato il direttore Andrea Grigolon - si è registrato a novembre con un totale complessivo di 360 persone servite, distribuite in dieci Comuni. Il grosso delle richieste è giunto da Ivrea, Banchette e Caluso, a seguire Montalto Dora, Cascinette d’Ivrea, Strambino, Romano Canavese, Pavone Canavese, Agliè e San Giorgio Canavese”. I calcoli dei costi si faranno al termine del servizio, sommando il totale delle ore, al costo unitario di 40 euro più Iva, e dividendolo per il numero di utenti serviti in ciascun paese. “Nell’ottica della massima collaborazione tra Scs e i Comuni afferenti durante la prima ondata, data la richiesta minima, eravamo riusciti a riassorbire i maggiori costi senza alcun esborso aggiuntivo da parte da parte degli enti - ha continuato Grigolon - I numeri sono ora aumentati: a marzo la raccolta impegnava un turno settimanale di sei ore, oggi siamo passati a tre, quattro turni. Non riteniamo comunque debba trattarsi di cifre troppo elevate”.