Ritrovare la felicità ecco la metafora di un antico mito

Il mito delle origini, così come è proposto da Esiodo, ci conduce alla nostra quotidianità.

Ritrovare la felicità ecco la metafora di un antico mito

Ritrovare la felicità ecco la metafora di un antico mito spiegata da Andrea Montagnini e Alessandra Lunghini dello studio InCentrum di Ivrea.

Ritrovare la felicità

Nella metafora di un antico mito Ritrovare la felicità  spiegata da Andrea Montagnini e Alessandra Lunghini dello studio InCentrum di Ivrea. “Esiodo, maestro e poeta dell’antichità greca scrisse la Teogonia, l’opera che divenne punto di riferimento per la gente del suo tempo. E che può ancora insegnarci qualcosa. «In principio fu Chaos. Poi subito Gea dall’ampio seno, per sempre sicura dimora di ogni cosa e quindi Eros, il più bello fra gli dèi immortali che scioglie le membra, e di tutti gli dèi e di tutti gli uomini doma nei petti la mente e l’assennato consiglio».

La genesi dell’anima

“Tutto ebbe inizio con il baratro, con Chaos, non il disordine o il vuoto, ma il grande abisso, voragine spalancata che contiene il tutto, informe e instabile. Poi Gea, la terra, sede stabile e dai contorni definiti, destinata ad ospitare ogni essere vivente. Quindi da una parte il vuoto, Chaos, e dall’altra la terra, Gea. Fra questi due «luoghi», una forza propulsiva, un vero e proprio motore, capace di dare origine a ciò che avrebbe popolato l’universo: Eros, il dio primordiale. Ecco allora che si fa più chiara l’intenzione di Esiodo rispetto alla nascita dell’universo intero e di tutto ciò che lo abita.

La pulsione primordiale

Eros, pulsione irresistibile che scioglie le membra, è la divinità che dà inizio. È il dio che esercita la sua azione su uomini, dei e natura. È desiderio, è ricerca della bellezza, è attaccamento, trasporto e passione. E oggi più che mai è importante soffermarsi su Eros, districarsi fra i meandri della sua storia per recuperarne la forza e il potere. Non si può interpretare scientificamente la parola poetica di Esiodo. Ci si deve semmai abbandonare ai suoni e alle immagini che la sua parola crea, lasciando che ci catturi e che apra un varco dentro di noi. Immaginiamo di trovarci di fronte a un problema.

Cosa succede nella quotidianità

Questo produce ansie e alle volte addirittura angoscia. Quando è così significa che dentro di noi si è generato il Chaos, una ferita, una voragine indefinita e instabile. La prima reazione potrebbe essere quella di fuggire, di non guardare. Ma il Chaos rimane dentro di noi e si fa sentire. E allora occorre sostare nel Chaos senza fretta, senza paura, ma con il coraggio di guardare dentro quell’abisso che si spalanca sulla terra dove posiamo i nostri piedi. Cosa ci permette di guardare dentro l’abisso e di osservare senza paura? Eros, l’ Amore per la vita e per noi stessi.

Nel profondo dell’anima

Perché Eros, non dimentichiamolo, in questo scenario è l’unica entità dotata di movimento, che ci infonde una forza che porta all’azione. Il mito delle origini, così come è proposto da Esiodo, ci conduce alla nostra quotidianità, a tutti i momenti di Chaos ai quali non sappiamo come rispondere, che ci spaventano a morte ma che possono rappresentare un nuovo inizio se si lascia spazio ad Eros e alla sua forza. Eros abita nell’anima di ogni essere umano e lì si rigenera costantemente. Si trova in quella parte più profonda, nello squarcio che è dentro di noi. Eros è presente quando sentiamo il vuoto che ci divora, l’assenza di chi desideriamo come un abisso interiore, la voglia di ritrovare la felicità.