Il caso

Rivarolo, imprenditrice ricorre al Tar contro il Comune

Le era stata notificata un'ordinanza di chiusura in parte respinta dal Tar.

Rivarolo, imprenditrice ricorre al Tar contro il Comune
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Rivarolo, imprenditrice ricorre al Tar contro il Comune, le era stata notificata un'ordinanza di chiusura in parte respinta.

Imprenditrice ricorre al Tar contro il Comune

Si rivedranno in Tribunale per cercare di trovare una soluzione alla controversia nata tra il servizio settore produttivi del comune di Rivarolo e un centro di bellezza con sede nel salotto buono della città. Il tutto nasce da un verbale arrivato in Comune dopo un’ispezione dei carabinieri del Nas datata 9 febbraio 2021 nel quale si proponeva la sospensione dell’attività di palestra per l’assenza di “Scia” e la proposta di chiusura per violazione delle norme tese a fronteggiare l’emergenza Covid del periodo in oggetto: «attività di palestra in esercizio nonostante i divieti imposti per decreto».

Avvio del procedimento

Il 20 aprile, poi, lo stesso Comune comunicava l’avvio del procedimento per l’emissione dell’ordinanza di cessazione dell’attività abusiva di palestra, mentre il 17 maggio era l’Asl ad intervenire con una nota (per un intervento di tre giorni prima, il 14 maggio) con la quale «diffidava la titolare all’uso di alcuni dispositivi fino a quando non sarà chiarita l’effettiva classificazione e sala “Ems”, attività riconducibile al fitness per la quale è necessario il cambio di destinazione d’uso a palestra». Pertanto, in virtù dei verbali dei Nas e dell’Asl il Comune di Rivarolo il 20 maggio 2021 emetteva un’ordinanza con la quale ordinava la sospensione delle attività di palestra e di estetista perché esercitate in mancanza delle preventive comunicazioni.

Ricorso al Tar

La risposta dell'imprenditrice non si fa attendere e il 16 giugno attraverso il suo legale presenta ricorso al Tar per l'annullamento dell’ordinanza. Per contro il Comune si affida all’avvocato Giovanni Martino per difendere le proprie ragioni di fronte al Tribunale Amministrativo Regionale che il 9 marzo 2022 pronuncia una sentenza con la quale accoglie in parte il ricorso, prevedendo la compensazione integrale delle spese di lite, ovvero le spese legali. In particolare resta efficace solo la parte relativa al divieto di esercizio dell’attività di estetista e che per l’utilizzo di quegli strumenti per i quali era necessario attenersi alle prescrizioni dell’Asl a seguito dei sopralluoghi effettuati.

Contro-accusa

Ora, un nuovo capitolo. L’imprenditrice, seguita dall’avvocato Davide Calvi, ha presentato un ricorso con istanza cautelare al fine di instaurare giudizio di ricorso sempre al Tar contro il dispositivo del Comune per, tra le altre cose, ottenere anche (l’eventuale) risarcimento del danno subito dalla ricorrente. La risposta del Comune non si è fatta attendere dando all’avvocato (per una spesa poco superiore ai 5.000 euro) Giovanni Martino la procura di difesa.

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