RSA Barucco di Valperga, lavoratori in protesta: "Condizioni di lavoro impossibili"

Accuse alla società che gestisce la struttura e all'ASL: "chiediamo anche una drastica modifica della legge regionale che regola il settore".

RSA Barucco di Valperga, lavoratori in protesta: "Condizioni di lavoro impossibili"
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Manifestazione delle lavoratrici della RSA Barucco di Valperga: il personale non è sufficiente a garantire il servizio assistenziale adeguato.

RSA Barucco di Valperga

A seguito dell’incontro del 18 aprile presso la Prefettura di Torino tra la ditta CM Service e le operatrici della Casa di Riposo “Barucco” sostenute dal sindacato CUB Sanità le lavoratrici hanno presidiato ieri, venerdì 26 aprile 2019, il distretto di Cuorgné della ASL TO4.
L’azienda, infatti, ha respinto le lamentele e le richieste delle operatrici che protestano perché la mancanza di personale impedisce di rendere un buon servizio, nonostante il sovraccarico di lavoro a cui le operatrici sono costrette.

Le richieste delle lavoratrici

Le operatrici OSS chiedono infatti che l’assistenza agli anziani sia fatta sempre in coppia “altrimenti si rischia di farsi male e fare male all’anziano, di trascurare qualcuno e magari non accorgersi di situazioni difficili”, di sostituire le assenze per malattia, e che sia rispettato il monte ore, visto che gli stipendi sono già bassissimi. Chiedono infine il ripristino del personale di portineria, del riscaldamento negli spogliatoi del personale e il miglioramento del vitto degli anziani e delle forniture dei materiali di igiene e di consumo.
Secondo la ditta il funzionamento della casa di riposo rispetta le regole, tanto che diverse ispezioni sono state fatte e non hanno riscontrato irregolarità.

Accuse anche all'ASL

Le lavoratrici non risparmiano anche una frecciata alla ASL, chiedendo che “la commissione di vigilanza della Asl, quando viene, si accorga dei problemi e non dica sempre che va tutto bene”, infatti, scrivono le lavoratrici nel loro volantino, la Asl manda al Barucco anziani anche in condizioni molto gravi, in grado di fare quasi niente in autonomia (lavarsi, vestirsi, mangiare, camminare ecc.), ma li classifica a “bassa intensità assistenziale” per pagare meno. La ditta vuole guadagnarci lo stesso e tutti i problemi pesano sulle operatrici che si spezzano la schiena”.

"Rispetto e dignità"

“Questa situazione è a grandi linee comune alla quasi totalità delle case di riposo, di cui spesso sentiamo parlare attraverso i media e le tv per gli ingiustificabili maltrattamenti, chiediamo la stessa attenzione per le condizioni di lavoro del personale e del rispetto della dignità di chi è ospite delle case di riposo”, dice Alessandro Zanetti, della segreteria provinciale della CUB Sanità – “per questo chiediamo anche una drastica modifica della legge regionale che regola il settore”.

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