emergenza covid-19

Salizzoni: "Troppi test sierologici privati rischiano di mettere in ginocchio la sanità pubblica"

“Il pubblico non può inseguire gli interessi dei privati: le linee guida mettano ordine”

Salizzoni: "Troppi test sierologici privati rischiano di mettere in ginocchio la sanità pubblica"
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Il vice presidente del consiglio regionale del Piemonte Mauro Salizzoni teme per la sanità pubblica: "Troppi test sierologici privati rischiano di mettere in ginocchio i laboratori pubblici".

L'allarme di Salizzoni

La nostra Regione sta lentamente mettendo la testa fuori dalla drammatica situazione sanitaria di questi due mesi, recuperando con affanno i gravi ritardi nel numero di tamponi, nella distribuzione di mascherine e dispositivi di protezione e nella presa in carico dei pazienti positivi in isolamento domiciliare, ed ecco aprirsi un nuovo preoccupante fronte, quello dei test sierologici.

Nessun valore diagnostico

Innanzitutto, è necessario fare chiarezza: i test sierologici non hanno valore diagnostico e non consentono di assegnare patenti di immunità. Sono però preziosi per riavviare in sicurezza le attività lavorative, poiché individuano pauci sintomatici e asintomatici contagiosi, e per acquisire informazioni utili a ricostruire un quadro epidemiologico di diffusione della malattia.

Sovraccarico di analisi per i tamponi

La corsa dei cittadini a fare i test, possibili solo presso i centri privati, rischia di mettere in difficoltà la sanità pubblica, poiché, se il test è positivo, ovvero se sono presenti IgG, bisogna effettuare il tampone. In questo modo il privato, perseguendo lecitamente un proprio interesse economico, costringe il pubblico a inseguire, sovraccaricando i nostri laboratori, costretti a processare un maggior numero di tamponi, di cui non pochi presumibilmente negativi, mentre abbiamo la necessità di continuare a fare tamponi in modo selettivo. Per questo ben vengano le linee guida regionali, che devono mettere ordine. La Fase2 è delicata e complicata, non possiamo permetterci ulteriore confusione. La Regione governi la situazione, per non subire le scelte della sanità privata ed evitando di costituire un ‘precedente’, per cui le iniziative del privato alla fine ricadono sul pubblico.

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