Tentato Omicidio 23enne fermato dalla Polizia per aver investito una prostituta

Identificato tramite due fotografie postate sul profilo Facebook

Tentato Omicidio 23enne fermato dalla Polizia per aver investito una prostituta
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Tentato Omicidio 23enne fermato dalla Polizia di Torino per aver investito una prostituta.

Tentato Omicidio

Per tentato omicidio i poliziotti di Torino hanno fermato un 23enne già con precedenti  per reati contro il patrimonio, evasione e violenza sessuale. Il ragazzo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, quest'estate avrebbe tentato di uccidere una prostituta 22enne, investendola con l'auto.

La ricostruzione

Il 28 luglio 2018 al Cto di Torino viene ricoverata una ragazza di origini albanesi,  in gravissime condizioni. La ragazza, al momento del risveglio dal coma farmacologico indotto dai sanitari, ricorda di essere stata investita intenzionalmente da uno sconosciuto a bordo di un furgone. La giovane presenta  gravissimi traumi e fratture multiple (anche del bacino) giudicate guaribili in 90 giorni.

Il racconto della vittima

La vittima spiega di essere  solita stare all’angolo tra corso Bramante e via Foà. La notte di venerdì 27 luglio,  intorno alle 4 del mattino, si avvicina un furgone con targa romena. Ma  lei si allontana. Il furgone, però, imboccando contromano via Foà, la investe violentemente, tanto da farla cadere a terra per poi passarle sopra. Procurandole così le gravissime lesioni.

Le indagini

Le immediate indagini portano all’individuazione del furgone – un Nissan Modello Primastar intestato ad un cittadino rumeno che ne aveva denunciato il furto proprio il 27 luglio. Ma stranamente, lo ritrova a  Padova lo stesso giorno. Dalla ricostruzione dei fatti emerge  che subito dopo l’investimento, il mezzo si è diretto proprio a Padova. Dall’esame dei tabulati telefonici e dall’analisi dei profili facebook dei vari nominativi emersi, vengono  ricostruiti i diversi contatti intercorsi tra l'indiziato e i suo connazionali.

L'identificazione

L’identificazione   è  possibile anche grazie al sistema SARI  della Polizia Scientifica che ha permesso di riconoscere due fotografie postate sul profilo Facebook dell’autore. Così ne è   risultato il nominativo fornendo una compatibilità del 100%.

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