Polemiche

Unione montana Valchiusella, il presidente Gaido si è dimesso

Quando era stato eletto, all’inizio di luglio 2019,  si era definito «a tempo determinato»

Unione montana Valchiusella, il presidente Gaido si è dimesso
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Unione montana Valchiusella, il presidente Gaido si è dimesso

Unione montana

Dalla guida dell'Unione montana Valchiusella si è dimesso, il presidente Giuseppe Gaido, sindaco di Valchiusa. Quando era stato eletto, all’inizio di luglio 2019,  si era definito «a tempo determinato». Aveva «promesso» di dimettersi qualora non avesse raggiunto il suo obiettivo, ossia riuscire in primis a mettere intorno a un tavolo tutti i suoi colleghi della Valle per trovare una quadra all’interno dell’ente. E le dimissioni, a distanza ormai di quasi 2 anni, le ha rassegnate.

La riunione martedì

Le sue dimissioni sono state discusse nel corso dell’incontro in Unione montana a Val di Chy, (martedì 27 aprile, alle 18. Come ha ammesso Gaido, alla viglia dell’assise, non solo si è vanificato quell’intento (l’ingresso di altri paesi nell’ente), ma non è stato nemmeno possibile completare la sua giunta: oltre al presidente, è composta da un solo assessore, quello nominato da Issiglio. Mentre la scelta su Val di Chy si è arenata: Gaido aveva sollecitato il sindaco del Comune più grande della bassa Valle, Michele Gedda, o il suo assessore, poi dimessosi dall’incarico, Martino Cantignano.

Le polemiche

Un impasse che si trascina ormai da mesi ed era già sfociato nella richiesta delle dimissioni a Gaido, avanzate proprio dal primo cittadino di Val di Chy. La nomina dell’ormai ex presidente dell’Unione montana, di fatto, era già stata il tentativo di mettere «una pezza» fin dall’inzio, dopo il veto allora posto dall’amministrazione comunale di Issiglio, dove il primo cittadino Sergio Vigna aveva dichiarato un aut aut: o cambiava l’indirizzo politico dell’Unione - dove a seguito delle fusioni dei Comuni nel 2019 sono rimasti tre municipi (Valchiusa, Val di Chy e Issiglio) - oppure il rischio era di rimanere appena in due e sciogliere l’ente. Insomma, a distanza di quasi due anni si è «punto e a capo». Perché anche ora si paventa lo stesso scenario.

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