Vaccinazioni nelle RSA: il punto nelle strutture del Canavese
A Bosconero il 90% degli ospiti intende sottoporsi al vaccino per il Covid-19.

Vaccinazioni nelle RSA: il punto nelle strutture del Canavese. A Bosconero il 90% degli ospiti intende sottoporsi al vaccino per il Covid-19.
Vaccinazioni nelle RSA
Il 2021 si aperto ancora sotto il segno del Covid-19. Ed assieme al virus uno degli argomenti che tengono banco in questo periodo è naturalmente quello delle vaccinazioni, che è visto dai più come la vera e forse unica soluzione per riuscire a debellare questo maledetto nemico che ha sconvolto l’intero pianeta. Tra i primi che verranno sottoposti a vaccinazione naturalmente i soggetti più deboli ed il personale che opera in ospedale, come nelle case di riposo. Proprio riguardo tale aspetto, in questi giorni si stanno raccogliendo i consensi da parte degli operatori che lavorano nelle strutture anche del territorio canavesano.
Il punto nella struttura di Bosconero
«Al momento, per ciò che concerne questa situazione, siamo “working progress” - spiega Massimo De Masi, responsabile della rsa di Bosconero - nel senso che abbiamo distribuito il modulo che ci è stato inviato dall’Asl To4 e che nei prossimi giorni restituiremo. Va detto che noi abbiamo registrato un numero alto di persone che sono risultate positive nella prima fase e che quindi molto probabilmente non necessitano di essere vaccinati. Per quanto riguarda invece gli ospiti siamo nell’ordine del 90% dei sì». De Masi però si sofferma su alcuni aspetti, che vuole siano ben chiari: «Stiamo avendo a che fare con un virus molto contagioso e ciò influisce naturalmente sul numero delle persone che risultano positive. Non è assolutamente vero che gli operatori del settore non si sono protetti o che sia mancata attenzione. Purtroppo stiamo facendo i conti con una situazione delicata. Quindi mi pare davvero ingiusto che si siano anche criminalizzate le strutture, quando invece i protocolli sono stati rispettati a dovere». Ancora sulla vaccinazione De Masi aggiunge: «Naturalmente noi ci auguriamo il massimo consenso affinché sia fatto ai più il vaccino, anche se non si può certo imporlo, essendo non obbligatorio».
La situazione nelle Valli
Facendo qualche chilometro e spostandosi nelle Valli del Canavese, attenzione puntata su due realtà quali il «Vernetti» di Locana ed il «Giachino» di Sparone, entrambe sotto la direzione sanitaria della dottoressa Sandra Bonatto Revello: «Stiamo parlando di situazioni diametralmente opposte - spiega - Nel primo caso, purtroppo il virus ha contagiato molti pazienti ed abbiamo anche dovuto riscontrare dei decessi, avvenuti tutti fuori dalla struttura. Ora la situazione sta migliorando, con parecchi ospiti in via di “negativizzazione” e che a livello di salute nel complesso stanno meglio. Nel secondo, invece, la struttura per fortuna è “Covid free”. Ciò significa che a Locana, per esempio, il numero di persone che necessitano del vaccino è decisamente minore, avendo di fatto acquisito un’immunità. A Sparone, invece, bisognerà provvedere ad un numero maggiore di somministrazioni, proprio perché la possibilità di contrarlo resta molto più alta. A livello di personale, fatta eccezione per alcuni operatori che soffrono di allergie, la risposta è stata molto buona, come del resto è stata pure quella tra i nostri pazienti, a conferma della volontà di ricercare per quanto possibile una maggiore sicurezza da parte di tutti, al fine anche di tornare, per quanto possibile, ad una vita decisamente più normale».