Ciriè

Vittima della SLA: l’addio al «gigante buono» appassionato di montagna

La malattia ha spento i sogni e il sorriso di Marco Tagliabue, 52 anni. Il commosso ricordo della moglie Manuela

Vittima della SLA: l’addio al «gigante buono» appassionato di montagna
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Vittima della SLA: l’addio al «gigante buono» appassionato di montagna. La malattia ha spento i sogni e il sorriso di Marco Tagliabue, 52 anni. Il commosso ricordo della moglie Manuela.

Vittima della SLA: l’addio al «gigante buono»

Addio a Marco, il gigante buono con la passione per la montagna. Marco Tagliabue ha smesso di vivere mercoledì 10 aprile, all'età di 52 anni, a causa di una malattia degenerativa, all'ex ospedale Mauriziano di Lanzo.

Il ricordo della moglie

«Marco era una persona leale e umile, mai prepotente - racconta la moglie Manuela Volpe - La sua presenza fisica era notevole, tanto che lo chiamavano il gigante buono». Marco nasce e cresce a Tradate, in provincia di Varese. Giovanissimo inizia a lavorare, cambiando mestiere spesso, fino a quando viene assunto dal Bennet come magazziniere. Grazie a una lunga gavetta, arriva ad allestire i vari punti vendita sparsi in tutta Italia.

L'incontro con Manuela

Nel 2008 viene inviato a Ciriè per modernizzare il centro commerciale Le Alpi. In particolare, si trattava d'abbattere una parete di cartongesso e riorganizzare il negozio.  «Marco è rimasto nella nostra città per circa tre mesi - ricorda la moglie Manuela - In quel periodo ero dipendente al Bennet di Ciriè ed è proprio nel contesto lavorativo che ci siamo innamorati. Nel giro di poco tempo l'ho seguito in Lombardia. Qui ci siamo sposati e siamo andati a vivere a Tradate in provincia di Varese. Mio marito ultimamente lavorava come caporeparto dei Bennet nella sede nazionale in pronvincia di Como. Due anni fa abbiamo appreso della malattia che l'aveva colpito, la Sla. A ottobre del 2023 ci siamo trasferiti a Ciriè affinché mi avvicinassi nuovamente alla mia famiglia. Marco, dopo sedici anni di matrimonio felice, non voleva rimanessi sola. Colgo l'occasione per ringraziare il personale della Faro per l'assistenza e le cure ricevute. Aveva molti d'interessi, dai modellini delle macchine agli acquari. Appassionati entrambi di montagna, non mancavamo di recarci a camminare in Valle d'Aosta, dove desidera che le sue ceneri siano disperse. Dopo un lungo calvario, ha trovato la pace».

Il funerale è stato officiato venerdì 12 aprile nel duomo di San Giovanni. Dopo le esequie, la salma ha raggiunto il tempo crematorio di Mappano.

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