"Giornate FAI di Primavera: alla scoperta del patrimonio culturale italiano"
La manifestazione del 25 e 26 marzo 2023 che valorizza e promuove luoghi inediti, spesso dimenticati, attraverso l'impegno dei volontari del FAI e la partecipazione trasversale di cittadini, istituzioni ed enti pubblici e privati
"Giornate FAI di Primavera: alla scoperta del patrimonio culturale italiano"
Sabato 25 e domenica 26 marzo
Le "Giornate FAI di Primavera" sono un grande evento in Italia che celebra il patrimonio culturale e naturale del paese. Si svolgerà il 25 e 26 marzo 2023 e sarà caratterizzato da visite a oltre 750 località in 400 città, la maggior parte delle quali sono in genere inaccessibili o poco conosciute. L'evento è organizzato dal FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano ETS ed è supportato da migliaia di volontari, tra cui studenti delle scuole italiane, formati per essere guide. L'evento è sostenuto anche da molte istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che mettono a disposizione luoghi, risorse e competenze.
Promuovere e rivitalizzare i siti e gli edifici culturali
Le Giornate FAI di Primavera hanno lo scopo di promuovere e rivitalizzare i siti e gli edifici culturali e di creare un senso di orgoglio e responsabilità tra i cittadini italiani. Ha contribuito a portare l'attenzione su siti precedentemente sconosciuti o abbandonati e a promuovere il valore del patrimonio culturale. L'evento offre una vasta gamma di luoghi da esplorare, tra cui ville, chiese, edifici storici, castelli, musei, siti archeologici, edifici industriali, collezioni d'arte, biblioteche, aree naturali, giardini e città. Nel corso dei 31 anni della sua esistenza, le Giornate FAI di Primavera sono diventate un'enciclopedia spontanea del patrimonio culturale e naturale italiano.
Tra le aperture delle Giornate FAI di Primavera 2023 in PIEMONTE
TORINO
Palazzo Ferrero d’Ormea – Sede della Banca d’Italia
Ingresso su prenotazione
Il Palazzo è stato costruito nella zona della città oggetto dell'ampio ingrandimento abitativo voluto, nella prima metà del XVII secolo, dal duca Carlo Emanuele I di Savoia. Suo primo proprietario fu Francesco Maria Broglia, conte di Revello, mentre nella prima metà del Settecento l'edificio fu venduto al marchese Carlo Francesco Vincenzo Ferrero d'Ormea, la cui famiglia ne restò in possesso per quasi un secolo. All'inizio dell'Ottocento fu acquisito dai Conti Balbiano di Viale che lo rivendettero alla Banca d'Italia nel 1852. Il progetto originario è attribuito all'architetto di corte Amedeo di Castellamonte, ma Giuseppe Talucchi negli anni Trenta dell'Ottocento eseguì radicali lavori di ristrutturazione per adattare il palazzo al nuovo uso istituzionale. Nel 1913 la Banca d'Italia incaricò poi Giovanni Chevalley di eseguire grandi lavori strutturali. In occasione delle Giornate FAI di Primavera 2023 sarà possibile visitare il caveau e le stanze di rappresentanza del piano nobile, che conservano pregevoli stemmi araldici, statue in bronzo, dipinti Sette-Ottocenteschi di autori italiani e francesi e arredi che spaziano dal XVI al XVIII secolo. Spettacolari sono i velari in vetro decorato che fungono da volta al grandioso Salone del Pubblico.
Palazzo Perrone di San Martino – Sede della Fondazione CRT
Ingresso riservato agli Iscritti FAI
Il Palazzo, oggi sede di rappresentanza della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, venne costruito negli ultimi decenni del Seicento, nell’area interessata dal grande ampliamento della città verso sud voluto dal duca Carlo Emanuele I di Savoia. La famiglia Perrone, di antica origine eporediese, lo acquistò nel 1707; dalla prima metà dell'Ottocento e almeno fino all'Unità d'Italia ospitò anche la sede dell'Ambasciata di Francia. Nel 1883 l’edificio fu acquistato dalla Cassa di Risparmio di Torino, che dal 1929 ne operò una profonda ristrutturazione. Un primo restauro fu condotto su progetto dell'architetto Giovanni Battista Borra a fine Ottocento, mentre all'ingegnere Giovanni Chevalley si devono le trasformazioni e l'ampliamento in chiave eclettico-barocca. Della struttura originaria furono salvati i marmi, le decorazioni e gli affreschi di alcune sale. Le visite proposte durante le Giornate FAI permetteranno di ammirare il monumentale scalone affrescato con l'Apoteosi della casata Perrone e le opere raffiguranti gli dei dell'Olimpo di Michele Antonio Milocco, il Salone di rappresentanza con le Allegorie del Risparmio e della Beneficienza realizzate dal pittore Carlo Gaudina e le tele di Gaetano Ottani. Di notevole pregio è anche la balconata della Galleria, dove si possono osservare i simboli della città, della laboriosità e del risparmio.
Distretto Sociale Opera Barolo
Il Distretto Sociale Barolo è un ampio complesso posto nel quartiere Valdocco, costituito da diversi edifici, tra cui un monastero, due chiese, una cappella, un museo, un chiostro e sei giardini. Carlo Tancredi e Giulia, ultimi marchesi di Barolo, dedicarono la loro vita alla prevenzione sociale di donne e bambini, avviando un ampio progetto caritativo, assistenziale ed educativo. Giulia fondò nel 1823 il Rifugio, un ricovero per ex-detenute e donne in difficoltà, a cui si aggiunsero negli anni a seguire il Rifugino, il Monastero delle Maddalene, le Maddalenine, l'Ospedaletto e il Laboratorio di S. Giuseppe. La conceria, acquistata nel 1823 e ampliata dalla marchesa per accogliere le ragazze del Rifugio, fu sostituita alla fine del XIX secolo da un edificio più grande progettato da Carlo Ceppi, mentre il chiostro, il monastero, le due chiese e l'ospedaletto hanno conservato il loro aspetto originario. Durante le Giornate FAI verranno proposte in via eccezionale visite agli oltre 30 mila metri quadri del Distretto, aperto per la prima volta ai torinesi, 200 anni dopo la sua fondazione, che faranno conoscere la vita di Carlo Tancredi e Giulia di Barolo, nonché la straordinaria storia di questo luogo poco noto, dei suoi istituti e dei suoi tanti protagonisti.
Arsenale della Pace del Ser.Mi.G.
Ingresso su prenotazione
L'Arsenale militare nuovo di Torino, collocato nel rione di Borgo Dora, era un ampio complesso composto da magazzini per la conservazione di merci e da edifici destinati all'alloggio di operai, pensato e realizzato da Giovanni Castellazzi nel 1860. In origine adibito alla produzione di affusti e carriaggi, in seguito si aggiunsero ulteriori destinazioni d'uso e per questo venne ampliato fino agli anni Trenta del secolo scorso. A seguito delle incursioni aeree del 1942 e 1943 l'Arsenale venne gravemente danneggiato e successivamente abbandonato. Nel 1983 venne affidato ai ragazzi del Ser.Mi.G., il Servizio Missionario Giovani, fondato nel 1964 a Torino da Ernesto Oliviero, che lo hanno trasformato in luogo di eccellenza per le attività di solidarietà della città. Un progetto di valorizzazione degli spazi ha previsto diversi interventi per migliorare il dialogo tra costruito e spazi verdi e rispondere alle esigenze del quartiere.
VALPERGA (TO)
Castello di Valperga
Il Castello, risalente al X secolo, è caratterizzato da torri che circondano diversi edifici aggiunti via via nel tempo. Forse i primi residenti furono i nobili Silvesco e Droenghi di Canava, anche se la tradizione locale vuole che sia stato costruito dai conti del Canavese Ardicione (o Arduino), ritenuti discendenti dal re Arduino, con i figli Guido e Ardicino. Guido assunse il titolo di conte di Valperga e da lui ebbero origine le diverse linee dei Valperga, mentre Ardicino viene ritenuto il capostipite dei conti di San Martino. Nel Seicento il castello venne diviso tra i due rami Valperga di Valperga e Valperga di Masino; Gerolamo Valperga di Masino morì senza discendenza maschile e la sua porzione passò quindi alla figlia Marianna, sposa di Arduino Valperga di Rivara. L'intero castello venne ereditato dalla loro figlia Francesca, che lo portò in dote allo sposo Federico Valperga di San Giorgio. Nel 1776, estinto questo ramo con Guido Francesco Aldobrandino del Carretto di Castellargento, il castello e tutti i beni passarono alla nipote più diretta, Anna Vittoria San Giorgio di Balangero, sposata a Paolo Coardi di Carpenetto, marchese di Bagnasco. In questo periodo l’edificio venne ampliato di una parte con facciata neoclassica, giardino e parco. In occasione delle Giornate FAI, si scopriranno interessanti ambienti monumentali, come il Salone delle Danze, con affreschi dal Quattrocento al Settecento. Si potrà visitare anche la Chiesa di San Giorgio, con importanti affreschi quattrocenteschi.
BORGONE SUSA (TO)
Oliveto Rossetto
L'Oliveto Rossetto, situato sotto Roca Furà - una cava un tempo utilizzata per produrre macine in pietra -, è nato da una passeggiata di Giorgio Rossetto nella zona di Vigne Combe a Borgone, un luogo che, come testimonia il nome, un tempo era coltivato a vigneto. Dopo decenni di abbandono, questo si era trasformato in un terreno incolto e pieno di rovi che Giorgio ha deciso di riportare a nuova vita, mettendo a dimora nel 2010 i primi 15 ulivi. Oggi le piante sono 250, che Rossetto cura con passione per ottenere un olio extravergine di grande qualità. Le cultivar principali, messe a dimora su un terreno di circa due ettari, sono Leccio del Corno e Leccino, ma sono presenti anche Bianchera, Grignan, Pendolino e varietà locali ricavate da ulivi plurisecolari. I visitatori verranno condotti da Piazza Montabone lungo la ripida strada che si inerpica fino all'uliveto, dove potranno seguire il percorso poetico della scrittrice Silvana Tosatto, tra gli antichi muretti a secco, e godere di una vista eccezionale sulla bassa Valle di Susa. Un'esperienza unica per scoprire un'eccellenza del territorio valsusino. Per la visita sono consigliate calzature comode.
ALESSANDRIA
Broletto
Fonti documentarie, storiche e archeologiche testimoniano l’esistenza del Broletto ad Alessandria dal secondo quarto del XIII secolo, quando nuove costruzioni furono realizzate a ridosso di un nucleo più antico (Palatium Vetus) definendo con questo il rinnovato centro direzionale della città. Oggetto di numerosi interventi edilizi nel corso del tempo, tra cui un ampliamento degli spazi originari nel XV secolo, si presenta oggi molto mutato per effetto soprattutto dei recenti lavori nel quartiere. Il complesso presenta un impianto derivato da modelli di origine tipicamente lombarda con una forma quadrangolare irregolare, un porticato al piano terra, una torre campanaria e due piani in elevato con una grande sala per riunioni al primo. Lo spazio al piano terra era diviso in due navate da pilastri in cotto con capitelli in pietra. In mattoni era anche il rivestimento della facciata verso la piazza, priva di aperture, a parte quella centrale realizzata forse a inizio XIX secolo, quando l'edificio divenne sede della Prefettura di Marengo. I lavori di ristrutturazione in corso all'interno di una proprietà privata hanno riportato in luce una porzione nascosta del Broletto, bene di norma chiuso al pubblico che le Giornate FAI di Primavera permetteranno di visitare avventurandosi alla scoperta della storia della città.
AVOLASCA (AL)
Villa Cerruti
Ingresso su prenotazione
Villa Cerruti si trova ad Avolasca, paese dalle origini antiche che si stende su una collina lungo la linea di spartiacque tra le valli del Grue e dell'Ossona, famoso per i suoi boschi, ricchi di funghi, tartufi e selvaggina. Il luogo esercitò un forte richiamo sul Cav. Alessandro Cerruti - banchiere, armatore, costruttore e imprenditore genovese e, anche, appassionato cacciatore – che chiamò per la progettazione della villa uno dei più famosi architetti dell'epoca: Gino Coppedè. Non si trattava di una costruzione ex-novo, ma della ristrutturazione di un rustico esistente che Coppedè trasformò in un'abitazione da gentleman farmer, secondo formule di gusto medievale abbondantemente sperimentate e ormai consuete: capitelli, colonne e bifore, archi acuti e a tutto sesto, stemmi di Genova, intonaco graffito e decorato con linee ondulate, quasi strigilature, tetto a spioventi, comignoli modulati come torrette snodate, camino interno. Ad Avolasca il Cav. Cerruti costruì anche l'asilo (sempre su progetto Coppedè), finanziò l'acquedotto, rifece il municipio e le strade, portò la luce elettrica, costruì le scuole. In occasione delle Giornate FAI, la villa, privata, sarà per la prima volta aperta al pubblico e si potranno scoprire gli esterni e gli interni finemente decorati che ben raccontano lo "Stile Coppedè", le terrazze panoramiche e il fascino dell'ambiente circostante.
CASALE MONFERRATO (AL)
Palazzo Gozzani di Treville (Accademia Filarmonica)
La nobile residenza dei marchesi Gozzani di Treville fu costruita su disegno di Giovanni Battista Scapitta nei primi decenni del Settecento e venne rimaneggiata nel 1781 secondo i canoni neoclassici dal vicentino Ottavio Bertotti Scamozzi, autore dell'imponente facciata leggermente concava per assecondare l'andamento della via Mameli. Il palazzo si articola su tre piani fuori terra: il piano terreno con il cortile d'onore in stile rococò e l'elegante atrio ingentilito da stucchi e sorretto da agili colonne, il piano nobile con gli affreschi settecenteschi e il sottotetto un tempo destinato alla servitù. Nell'atrio, le pareti decorate da belle prospettive ampliano lo spazio delimitato da volte a padiglione e a crociera, ingentilite da leggeri stucchi di stile rococò e sorrette da agili colonne singole o disposte a coppia. Lasciando alle spalle l'atrio, si sale l'ampio scalone a tre rampe, illuminato da alte finestre, impreziosito dalla splendida Allegoria del pittore casalese Pier Francesco Guala. Le eleganti sale del piano nobile, dove si possono ammirare soggetti mitologici affrescati da Agostino Ratti, Bartolomeo Rusca e soprattutto dal tiepolesco Francesco Lorenzi, ospitano oggi la prestigiosa Accademia Filarmonica di Casale Monferrato, fondata nel 1827.
MONTALDEO (AL)
Castello Doria
Il castello svetta sull'abitato di Montaldeo, paese dell'Alto Monferrato che offre, nei giorni tersi, un panorama dalle Alpi agli Appennini. L’edificio – la cui prima struttura risale al XII secolo – fu un importante baluardo lungo le vie che da nord conducevano a Genova. L'aspetto attuale è dovuto agli interventi eseguiti dai proprietari che si sono succeduti nei secoli. Alla metà del Cinquecento il castello venne acquistato, insieme a case e terreni, dai nobili genovesi Doria che divennero i nuovi feudatari di Montaldeo. La famiglia – che ancora oggi lo possiede – ne fece una residenza di villeggiatura a partire dal Settecento. Il suo imponente volume, dalla forma quasi cubica, si sviluppa su due piani oltre a quello di ronda. Il giardino accoglie un originale intervento dell'architetto Tomaso Buzzi, che nel 1943 per la sua realizzazione si ispirò al cerchio, simbolo di spiritualità nella cultura orientale. Durante le Giornate di Primavera saranno visitabili per la prima volta spazi abitualmente chiusi. Verranno aperte le tre cantine – dalle più antiche a quelle di fine Ottocento – e sarà interamente visitabile il suggestivo parco. Nei sotterranei, oltre alle prigioni, si potrà accedere anche a un ambiente particolare, completamente dipinto nel 1952 dall'artista Renato Cenni. Infine, con una camminata sugli spalti si potrà godere del panorama circostante.
QUARGNENTO (AL)
Casa natale di Carlo Carrà
Ingresso su prenotazione
“In una pianura doviziosa di messi, sulla sinistra del Tanaro, sorge Quargnento con lo sfondo delle vicine colline del Monferrato. Ivi nacqui l'11 febbraio 1881, da una famiglia che si fa risalire ai tempi delle emigrazioni celtiche in Italia, nella valle del Po; e ciò sembra anche confermato dal cognome Carrà che si vuol derivato dalla voce celtica car o ker che significa ‘pietra’. Come per la stessa ragione etimologica si chiama Charrà la punta che appartiene al gruppo di vette dominanti Bardonecchia e la città del marmo ai piedi delle Alpi Apuane, Carrara. Altra versione farebbe invece venire i miei antenati dalla Provenza, dove ancor oggi vi sono dei Carrà. Certo è, ad ogni modo, che la mia famiglia è piemontese da molti secoli”. Così racconta di sé Carlo Carrà e fu proprio nel cuore del Monferrato che trasse l'ispirazione per l'osservazione e l’interpretazione della natura. Le prime tracce della sua arte sono oggi visibili proprio a Quargnento, in una stanza della casa paterna, in una decorazione parietale eseguita a tempera a soli 12 anni, che mostra un paesaggio molto ben definito, dove svettano torri e putti alati sospesi nel tempo e nello spazio. Fu a Quargnento, precisamente nel 1900, che Carrà, di ritorno dai soggiorni a Milano, Londra e Parigi, lavorò al noto dipinto La strada di casa, considerato dagli studiosi come il punto di svolta del catalogo delle opere di Carrà.
ASTI
Liceo Classico Vittorio Alfieri
Il Palazzo del Collegio sorge sulle vestigia della cripta romanica del complesso benedettino di Sant'Anastasio. Il complesso, documentato dal 1008, fu parzialmente distrutto in età barocca e poi soppresso dal governo napoleonico nel 1802. Nel 1835 il conte Federico Cotti di Ceres e Scurzolengo ne cedette l'ala ovest al Comune di Asti per la costruzione di un collegio delle scuole cittadine. Nel 1860 venne così istituito il Regio Ginnasio, dedicato dapprima a Dante Alighieri e successivamente a Vittorio Alfieri. Fin dai primi anni si sentì l'esigenza di un ampliamento; si procedette quindi a una demolizione ulteriore del complesso, in particolare della chiesa, per far spazio alla moderna costruzione, ampliata dal 1907 su progetto dell'ingegner Losio. Al secondo piano dell'istituto si trova da allora il gabinetto di chimica e fisica, che contiene un invidiabile patrimonio di strumenti e materiali scientifici, alcuni rari e antichi. Il laboratorio è composto da vari ambienti: il primo ammodernato è dedicato alla didattica, mentre a seguire si trovano la ricca collezione di fossili, le antiche teche con animali impagliati, imbalsamati o in vitro, l'aula con i banchi degradanti verso il tavolo degli esperimenti e infine un vero tesoro: un'aula di deposito che custodisce ordinate per tematica le apparecchiature che vengono utilizzate per i vari esperimenti, dalle più moderne a quelle antiche.
BIELLA
Sede del Seminario della Diocesi
Ingresso riservato agli Iscritti FAI
L'elegante palazzo, oggi sede del Seminario della Diocesi di Biella, sorge nella grande piazza su cui si affacciano anche la Cattedrale, il Battistero e la sede de Comune. In città dal 1524 era presente il Collegio degli Innocenti, fondato dal vescovo di Vercelli Agostino Ferrero, trasformato poi in Seminario. Negli anni ’20 dell’Ottocento, con il vescovo Bollati si spinse per la costruzione dell'attuale Seminario Minore in stile neoclassico, progettato dall'architetto Gaspare Maggia, che venne poi unito al Seminario Maggiore da un corpo centrale adibito a cappella e biblioteca, i cui lavori furono eseguiti dal mastro Carlo Mosca. La cappella centrale non aveva all'epoca della sua realizzazione le forme attuali: nel 1897 vennero iniziati lavori di ristrutturazione su progetto di Giovanni Feroggio, architetto del Santuario di Oropa, a seguito dei quali la cappella venne trasformata a una sola navata e vennero mantenuti della precedente solo i muri portanti. La biblioteca del Seminario vescovile venne fondata nella prima metà dell'Ottocento, in seguito al lascito testamentario dell'allora vescovo Giovanni. Durante la visita proposta nelle Giornate FAI sarà possibile visitare la biblioteca, le stanze dei seminaristi e la grande cappella del primo piano.
CUNEO
Complesso “ex Macello” – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari – Università di Torino
Quando nel 1800 Napoleone fece demolire le fortificazioni che cingevano Cuneo, l'edificio destinato ad Arsenale d'artiglieria cessò la sua funzione. Nel 1812 l'Arsenale venne destinato a essere utilizzato come mattatoio del bestiame, con l’intento di riunire tutti gli esercizi del commercio della carne della città: al suo interno vennero realizzate 12 botteghe di macelleria con scuderia per il deposito delle bestie da abbattere e relativo granaio di fieno. A fine Novecento il Comune ha avviato un programma di decentramento universitario individuando questo luogo come nuova sede in cui creare un polo scientifico, legato alla vocazione agro-alimentare della provincia, con l'insediamento del corso di laurea in tecnologie alimentari della Facoltà di Agraria dell'Ateneo di Torino. È iniziato quindi un periodo di restauro e ricostruzione del complesso, concluso nel 2003. La visita proposta durante le Giornate FAI condurrà alla scoperta dell’edificio, eccellenza della formazione regionale, dove gli allievi stessi racconteranno come si vive e si studia al suo interno, fra laboratori e attrezzature all'avanguardia utilizzate per formarsi alle professioni del futuro. Lungo il percorso, gli iscritti FAI potranno anche accedere alle antiche ghiacciaie sotterranee.
Conservatorio G.F. Ghedini
Palazzo della Torre, composto dall'unione di due diversi corpi di fabbrica, ben distinguibili lungo via Armando Diaz, fu sede del Municipio di Cuneo fino al 1775, quando le funzioni amministrative vennero trasferite nell'ex collegio dei Gesuiti. L'edificio subì diverse trasformazioni interne, ospitando prima il Corpo di Guardia della Piazza per essere poi adattato a sede della scuola primaria e secondaria e, successivamente, a Tribunal du Prèmiere Istance, per poi tornare a essere una semplice Maison et court, in seguito alla concentrazione di tutti gli uffici giudiziari nel Complesso di San Giovanni. Alla fine del 1799, per un anno circa, venne temporaneamente utilizzato come prigione. Dal 1970 il Palazzo ospita la sede del Conservatorio Statale G.F. Ghedini, istituzione cittadina che forma musicisti fin dal 1864, con aule per l'insegnamento e una sala concerti. Le visite proposte durante le Giornate FAI permetteranno di conoscere la storia dell'edificio e consentiranno l’ingresso nelle aule dove i giovani allievi studiano con grandi maestri e tanta passione per affrontare le future carriere, accolti dal Direttore Alberto Borello.
NEVIGLIE (CN)
Chiesa di San Giorgio
La Chiesa di San Giorgio fu edificata nel XVI secolo dopo che il vescovo di Alba, in visita pastorale nel 1573, ordinò che la parrocchiale del luogo, dedicata a San Michele, venisse distrutta e riedificata all'interno del borgo. Al suo interno è conservata una tempera su tavola, attribuita al pittore rinascimentale Gian Giacomo de Alladio, noto come Macrino d'Alba, attivo in Piemonte e in Lombardia fra il 1492 ed il 1513. L'opera, riferibile a una fase tarda della produzione del Macrino (datazione fra il 1508 e il 1513), raffigura Lo sposalizio mistico di Santa Caterina d'Alessandria. Mancano notizie certe sulla committenza: la tradizione la attribuisce ai locali Marchesi Busca, con destinazione all'altare già della parrocchiale intitolata a San Michele (poi sostituita da quella di San Giorgio). Di questo dipinto sono pregevoli, specialmente, la delicatezza del viso di Santa Caterina e il particolare della mano di San Gerolamo che regge il sasso, definito dai critici “un autentico pezzo di bravura”. L'opera è poco conosciuta e merita di essere "scoperta", e così anche il suo autore.
ARONA (NO)
Cantiere della Navigazione Lago Maggiore
Il cantiere e la sede della Navigazione Lago Maggiore si trovano nella parte periferica di Arona, di fronte alla stazione ferroviaria e vicino al grande parco centrale e alle rive del Lago. La società gestisce circa 100 navi sui laghi Maggiore, Garda e Como. L'area interna della Navigazione Lago Maggiore contiene il cantiere (costruzioni e riparazioni), la sala riunioni, gli uffici amministrativi e le officine, oltre alle zone di ormeggio delle navi. Il cantiere aprirà i suoi cancelli in occasione delle Giornate FAI di Primavera; il pubblico potrà visitare la sala riunioni con una mostra di immagini e documenti storici, il piroscafo PIEMONTE (visita riservata ai soli iscritti FAI), la Motonave Topazio e le officine. La Navigazione Lago Maggiore è un'eccellenza aronese e poter visitare il suo cantiere, le sue officine e vedere da vicino le varie navi è un’opportunità unica.
SERRAVALLE SESIA (VC)
Santuario di Sant’Euseo
Il maestoso Santuario di Sant'Euseo sorge a settentrione del paese di Serravalle Sesia. La grande opera di ampliamento dell’edifico iniziò nel 1619: il parroco don Giorgio Avondo diede avvio all’ingrandimento dell'antico tempietto affrescato con dipinti del secolo XV, che non venne distrutto, ma incorporato nella nuova fabbrica. Durante i lavori di costruzione della nuova chiesa vennero rinvenute le reliquie di Sant'Euseo, ufficialmente santificato nel 1625 da Urbano VIII. Nel 1667 venne aggiunto il grazioso porticato, sostenuto da colonnine di serizzo bianco, mentre nel 1778 venne costruito il maestoso pronao esàstilo, il cui timpano triangolare è sorretto da sei colonne di finto marmo verde. Nel 1931 la vecchia rampa di accesso venne trasformata in una grandiosa scalinata di granito bianco delle cave di Alzo. In occasione delle Giornate FAI verrà proposta la visita all'interno del Santuario, solitamente chiuso al pubblico. Si potrà scendere nella cripta posta sotto l'altare maggiore, dove da oltre tre secoli sono conservate le reliquie del Santo in un'artistica urna.
TRINO (VC)
Palazzo Paleologo
Il borgo nuovo di Trino è già menzionato dal 1101. I secoli XII e XIII, per l'invidiabile posizione geografica e la fiorente economia, vedono il borgo continuamente al centro di accese contese tra i signori del Monferrato e il Comune di Vercelli. Il Palazzo fu costruito nel XII secolo dagli Aleramo e insiste nel territorio un tempo del Marchesato del Monferrato che comprendeva anche il territorio casalese. Passò quindi ai Paleologo e ai Gonzaga. L’edificio mostra una corte rettangolare porticata, addossata alle mura di cinta. L'ala settentrionale fu demolita nel 1959. Nel corso dei secoli i suoi saloni, un tempo ricchi di decorazioni pittoriche, sono stati adibiti a magazzini, botteghe, scuderie e guarnigioni militari. Il restauro del 2006 ha restituito al palazzo l'immagine attuale. In occasione delle Giornate FAI di Primavera, al termine dei turni di visita, verrà presentato alle ore 18 nella manica del Castello il volume "Devozione In Risaia" (edito da Donne & Riso) in collaborazione con la Delegazione FAI di Vercelli.
Anche i Beni del FAI in Piemonte – Castello della Manta a Manta (CN), Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) e Villa Flecchia e Collezione Enrico a Magnago (BI) - partecipano alla grande festa delle Giornate di Primavera e saranno aperti eccezionalmente a contributo libero.