Castellamonte

La bambina che non sapeva odiare, il ritorno in Canavese di Lidia Maksymowicz dopo la visita col papa

Nelll’occasione il sindaco Pasquale Mazza ha proposto di installare in paese una piastrella «inciampare nella cultura».

La bambina che non sapeva odiare, il ritorno in Canavese di Lidia Maksymowicz dopo la visita col papa
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La bambina che non sapeva odiare: dall'incontro col Papa al ritorno in Canavese.

La bambina che non sapeva odiare

Lidia Maksymowicz è tornata in Canavese, scrivendo un nuovo importante capitolo del lungo percorso culturale, legato al docufilm «70072 La bambina che non sapeva odiare». Il progetto dell’associazione «La Memoria Viva» ha varcato i confini del nostro territorio, strappando consensi in tutto il mondo. Il racconto di questa storia unica e vera, iniziata a Birkenau, dove a soli 3 anni Lidia si vede deportata con la sua mamma e i suoi nonni, ha colpito tutti. I lunghissimi mesi di prigionia per una bambina che vive nel cuore dell’inferno dentro la famigerata baracca del Dottor Josef Mengele; la liberazione del campo il 27 gennaio 1945 e l’inizio di una nuova vita con l’adozione da parte di una famiglia polacca sono le tappe, con l’incontro e l’abbraccio tra Lidia e la sua madre naturale, di una vicenda straordinaria capace di andare oltre gli orrori della pagina più nera della nostra Storia.

L’incontro col Pontefice

Nel Bel Paese, Maksymowicz ha incontrato Papa Francesco. Lidia Maksymowicz è stata protagonista di un momento unico. Nella Città del Vaticano, al termine dell'udienza generale, si è trovata accanto al Sommo Pontefice. A quel punto ha scoperto il braccio mostrandoGli il tatuaggio di ex prigioniera del campo di concentramento di Birkenau. In un silenzio carico di emozione Papa Francesco si è chinato e le ha dato un bacio proprio su quel numero, quel «70072», che è testimonianza indelebile degli orrori vissuti da una bimba deportata ad appena 3 anni in un campo di concentramento. E' stato un gesto umano, spontaneo, istintivo e delicato, quello compiuto dal Papa. Ha dato forza e concretezza al messaggio veicolato dalla pellicola sulla vita di Lidia e ribadito dalle parole della senatrice Liliana Segre, secondo la quale «chi odia sta dalla parte sbagliata della storia». Visibilmente emozionata, Lidia ha abbracciato il Papa. Approdata a Roma, ospite dell’Ambasciata polacca in Italia, sulle orme di Papa Giovanni Paolo II, la «bambina che non sapeva odiare» ha vissuto una giornata speciale, culminata con l'incontro di un altro grande Pontefice.

La visita in Canavese

Sono stati giorni intensi e carichi di emozione anche nel nostro territorio. Il viaggio di Lidia Maksymowicz alle nostre latitudini si è concluso domenica, 30 maggio, a Palazzo Antonelli a Castellamonte, dove, alla presenza di Alessandra Martini e Mariella Meucci, rispettivamente figlia e moglie dell’indimenticato Marcello Martini, ha ricevuto il saluto dell’Amministrazione comunale e della città della ceramica prima del suo ritorno a Cracovia. Nelll’occasione il sindaco Pasquale Mazza ha proposto di installare in paese una piastrella «inciampare nella cultura» con la frase di Lidia: «Quelli che portano odio nel cuore soffriranno di più delle persone che hanno fatto loro del male». Quella nel municipio castellamontese è stata l’ultima tappa di un tour che ha visto Maksymowicz ospite anche di Terra Mia al Martinetti per la proiezione del docufilm: «70072: la bambina che non sapeva odiare». La scorsa settimana, Lidia ha soprattutto incontrato i giovani, a cominciare da quelli della scuola d'infanzia Giraudo di Castellamonte, dove a farle da guida è stata Evelyn, la piccola canavesana che l’ha interpretata nel docufilm de La Memoria Viva. E’ stata poi pure alla scuola primaria Pertini di Chiaverano, dove ad accoglierla c'era anche il sindaco del paese Maurizio Fiorentini e la classe 5° con la loro insegnante e sindaco di Nomaglio Ellade Peller . A Cuorgnè, invece, la «bambina che non sapeva odiare» ha presenziato all'annullo filatelico speciale e poi ha incontrato il sindaco Beppe Pezzetto e il comandante della Polizia Municipale Linuccia Amore, in Comune e nel teatro. Tra i momenti indimenticabili anche il concerto al parco del Castello di Castellamonte, con i tanti amici italiani che hanno voluto salutarla. «Ricorderò ogni dettaglio e istante di questa visita - ha commentato Lidia Maksymowicz - E’ stato emozionante incontrare Papa Francesco. Quel suo bacio non è un “omaggio” a me ma ai 200mila bambini che non sono sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti. Voglio ringraziare col cuore tutti coloro che mi hanno accolto così bene e hanno aderito e partecipato a questo progetto. Un grazie speciale va alla famiglia Falletti: dal loro incontro è partito tutto. Sono sopravvissuta per trasmettere questo messaggio di amore e non di odio. E’ la mia missione».

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