«Una donna senza coda»

La mattanza dei cani da corsa nel libro di Barbara Visconti, la "Signora degli Alpaca"

Una parte dei proventi del romanzo-denuncia andranno ai genitori del piccolo Gioele, il piccolo castellamontese che necessita dell’acquisto di un mezzo di trasporto per disabili.

La mattanza dei cani da corsa nel libro di Barbara Visconti, la "Signora degli Alpaca"
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Castelnuovo Nigra: Barbara Visconti la "Signora degli Alpaca" che sfida la crisi da Covid reinventandosi scrittrice.

La mattanza dei cani da corsa

Una corsa per la sopravvivenza. Nei paesi anglosassoni l’industria delle corse è un business che muove ingenti capitali e utilizza ogni anno migliaia di levrieri allevati appositamente. In un «mondo» crudele, dove ogni cucciolo ha una probabilità di vita molto breve, ogni anno vengono soppressi 35mila cani. Una «mattanza»: i cuccioli se non vanno bene per le corse vengono uccisi. Da adulti corrono al massimo fino al terzo anno di età e poi vengono uccisi. Se hanno incidenti in corsa vengono uccisi. Un argomento delicato e doloroso, che è al centro di «Una donna senza coda» il primo libro di Barbara Visconti.

Barbara Visconti, la "Signora degli Alpaca"

Allevatrice e filatrice di alpaca, la canavesana è titolare di «Alpaca e Nuvole»: un allevamento amatoriale di tipo empatico situato in Valle Sacra. Con un’attività colpita duramente dall’emergenza Covid, Barbara non si è arresa e si è rimessa in gioco con passione e determinazione, reinventandosi scrittrice. Non solo: ha deciso di farlo donando una parte dei proventi del suo romanzo all’iniziativa solidale «Tutti per Gioele». Proprio come fatto ultimamente anche da DiscoVintage e Radio Alfa, scesi in campo per dare una mano ai genitori del piccolo castellamontese nell’acquisto di un mezzo di trasporto per disabili.

Cambio vita

«L’amore per gli animali è sempre stata una mia grande passione – spiega la 54enne autrice – Una decina di anni fa, insieme a mio marito, ho abbandonato Torino e un lavoro sicuro per iniziare una nuova vita a Castelnuovo Nigra. Ero infermiera all’ospedale Molinette e venti anni di servizio mi avevano segnata. Ero in burnout. Arrivata ad un certo punto avevo solo un’alternativa: fermarmi. Vivere al ritmo delle stagioni, a contatto con la natura mi avrebbe dato la carica per ricominciare. E così è stato. Da allora allevo per passione un gregge di alpaca, avendo cura del loro benessere. Mi impegno nel recupero dell’antico mestiere della filatura e produco un filato esclusivo».

«Una donna senza coda»

Il libro prende vita dall’incontro tra Barbara e la levriera Connie, che nel volume sono rispettivamente Laura e Bonnie: «Nel 2003/2004 avevo adottato una bella greyhound e presi ad annotare le esperienze della nostra vita insieme creando un testo. In questo anno difficile ho ripreso dal cassetto il manoscritto e grazie al self publishing nel mese di novembre ho pubblicato il mio libro su Amazon (formato ebook, kindle e cartaceo) e su Kobo (e-pub). Una donna senza coda, disponibile nelle librerie del Canavese, è un romanzo che mette a nudo il mondo delle corse dei cani nei paesi anglosassoni, ma è anche un libro denuncia in cui argomenti come canili lager, pellicce o il commercio di cuccioli dall’est vengono affrontati mettendo in luce realtà che pochi conoscono. Si leggerà anche della grande amicizia di due donne impegnate in azioni animaliste che le porterà a conoscere metodi non convenzionali per redarguire persone crudeli».

Il sogno nel cassetto

Barbara, che sta per scrivere un secondo libro dal titolo «La signora delle alpaca», ha un sogno nel cassetto: «Vorrei che il romanzo fosse conosciuto per aiutare Gioele e per permettermi di sopravvivere e di continuare con il mio allevamento. Oggi non ho la possibilità di avere altre entrate. Se dovessi perdere le alpaca sarebbe davvero la fine».

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