L'affresco della Maddalena di Burolo raccontato da Silvio Ricciardone

Appuntamento venerdì prossimo a Burolo.

L'affresco della Maddalena di Burolo raccontato da Silvio Ricciardone
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Enigmi e presenze nell’affresco della Maddalena di Burolo.

L'affresco della Maddalena di Burolo

Sarà una serata all’insegna dell’arte quella prevista venerdì 15 marzo presso la Sala Congressi del Comune di Burolo, alle ore 20.30. A divulgare i risultati della sua ultima ricerca sarà Silvio Ricciardone, docente di Storia dell’Arte presso il Liceo “Carlo Botta” di Ivrea nonché appassionato studioso di pittura medievale: “Il mio intento – ha precisato – è di condividere con i Burolesi e chiunque vorrà esser presente una rilettura dell’unico affresco conservato nella cappella romanica della Maddalena di Burolo”.

Dettagli sull'opera

“L’opera, che risale agli anni Venti-Trenta del Quattrocento, appartiene al filone stilistico del Tardogotico, ovvero a quel fenomeno, diffusosi in particolare nelle corti signorili, che esalta l’aspetto decorativo e l’eleganza dei personaggi. Del resto, in quanto area di confine - precisa Ricciardone - il Canavese recepisce con ritardo le novità che nelle zone meno periferiche della nostra penisola prendono piede nel corso del XV secolo: da noi lavorano pittori poco noti al grande pubblico, come Giacomino da Ivrea, il forestiero Aimone Duce di Pavia e Domenico della Marca di Ancona, i quali, a fronte di un certo arcaismo, conservano un innegabile fascino per il clima da festa al castello che spesso pervade le loro opere. Domenico della Marca di Ancona, in particolare, potrebbe essere l’autore dell’affresco su cui relazionerò; giusto precisare, ad ogni buon conto, che l’identità è la provenienza di questo maestro sono tutt’altro che scontate, al punto che sarebbe più corretto definirlo Pseudo-Domenico della Marca”.

Il contesto in cui nasce l'opera

Sulle particolarità che hanno portato il prof. Ricciardone ad occuparsi del dipinto di Burolo ha aggiunto: “Al di là della plausibile paternità dell’opera, ritengo di grande interesse il contesto storico-sociale che scaturisce dalla sua disamina: la scelta del tema, finora ritenuto una Crocifissione ma che, a mio avviso, andrebbe ridiscusso, l’identificazione dei Santi, non sempre condivisa dagli studiosi, l’intrigante figura della committente aprono uno squarcio sull’atomosfera da Autunno del Medioevo, per citare lo storico Huizinga, che si viveva in un piccolo centro del Canavese”.“Sia per gli aspetti stilistici sia per le problematiche, per così dire, antropologiche”, ha concluso: “mi sono avvalso degli studi da me condotti sulla pittura tardogotica non solo locale ma anche della Campania settentrionale: il gusto tardogotico, infatti, sembra unire l’Italia politicamente divisa di fine Trecento ed inizio Quattrocento mediante temi e soluzioni molto simili”.
La cappella della Maddalena è più antica del dipinto che ospita, rientrando fra le chiese romaniche che dopo l’anno Mille si sono diffuse in modo capillare nel nostro comprensorio.
L’amministrazione comunale di Burolo, cogliendone l’importanza, la rende accessibile durante la stagione estiva attraverso periodiche aperture. Lo splendido scenario naturalistico in cui è immersa ne fanno, al tempo stesso, una risorsa culturale e non solo che sarà adeguatamente illustrata, in occasione della serata del 15 marzo, dal dott. Fabrizio Dassano, storico del territorio. Interverranno, in occasione dell’evento, anche il Sindaco di Burolo Franco Cominetto, la prof. ssa Lucia Mongiano, preside del Liceo Carlo Botta, Mons. Giovanni Battista Giovanino, parroco di Burolo, e Mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo della diocesi d’Ivrea, ciascuno in rappresentanza degli enti che, insieme alla locale Pro Loco, hanno inteso patrocinare l’iniziativa.Al termine, un piccolo buffet di benvenuto offerto dall’Amministrazione Comunale saluterà i presenti. L’invito è esteso a tutti.

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