Presentato il progetto transfrontaliero «Memorie di ferro» tra Italia e Svizzera
Il progetto vedrà la realizzazione di un centro espositivo per le miniere e di un sito archeologico al Castello

Presentato il progetto transfrontaliero «Memorie di ferro» tra Italia e Svizzera
Il progetto transfrontaliero «Memorie di ferro»
Anche Brosso fa parte del progetto transfrontaliero «Memorie di ferro» sviluppato tra Italia e Svizzera. Presentato la scorsa settimana nel Canton Ticino, il piano prevede il recupero degli antichi giacimenti minerari con un duplice obiettivo: valorizzare il patrimonio storico e culturale, nonché svilupparne intorno il settore turistico. Alla conferenza di presentazione sono intervenuti la prima cittadina Anna Vigliermo ed il vicesindaco e assessore Luigi Bovio.
Collaborazione tra i territori transfrontalieri
Come evidenziato dai relatori dell’iniziativa, un primo importante traguardo è stata la collaborazione tra i territori transfrontalieri, ottenendo il finanziamento per coprire tutte le fasi del piano teso a «non dimenticare» il patrimonio minerario. Enrico Zanoletti, coordinatore della parte italiana, ha illustrato le aree interessate ai lavori: oltre a Brosso, sono coinvolte altre due zone, l’una in provincia di Vercelli e l’altra entro i confini di Biella.
La salvaguardia del patrimonio storico ed archeologico
È stato ribadito come il progetto miri alla salvaguardia del patrimonio storico ed archeologico legato all’attività del ferro, in Valchiusella risalente al periodo pre-romano. Secondo la tradizione, i primi a sfruttare i giacimenti furono i Salissi. Un’attività proseguita anche quando l’area geografica era chiamata Valle di Brosso, per arrivare ai tempi più recenti, tra il XIX e XX secolo. Sono previsti ulteriori studi documentali in archivio per ricostruire il passato minerario del paese, uniti ad indagini archeologiche.
Il centro visite
A Brosso, inoltre, è contemplata la realizzazione di un centro visite: attualmente è presente un museo delle miniere, ma è in cantiere la realizzazione di un allestimento più funzionale, in un’ottica didattica rivolta alle scuole, all’interno dei locali al piano terra della ex scuola elementare.
Il castello di Brosso
Il piano «Memorie di ferro» si integra poi ad un’altra iniziativa, peraltro già finanziata dalla Regione Piemonte per il recupero dell’area archeologica intorno al castello di Brosso. Saccheggiato e danneggiato durante la rivolta del Tuchinaggio scoppiata intorno al 1386 in Canavese, era stato eretto dai Conti di San Martino. La fortificazione sorgeva nell’area dove oggi si trova la chiesa di San Michele e si estendeva fino a quella dove è ancora visibile parte dei resti di una torre di guardia. In base ai rilievi condotti, la costruzione si sviluppava per più di 60 metri di lunghezza e 15 di larghezza: circa 40 metri erano occupati dall'edificio principale, caratterizzato da un ampio ambiente sotterraneo, ancora presente, ma chiuso al pubblico per ragioni di sicurezza. La parte restante era riservata alla torre, circolare, con un diametro interno di 7 metri.
Progetti didattici e turistici
Il centro visite e il sito archeologico del castello, stando alle linee guida della progettazione, diventeranno luoghi di un’offerta didattica e turistica coinvolgendo le scuole e le comunità locali. Nelle prossime settimane sono già in calendario tavoli di lavoro con le realtà associative del territorio per concretizzare questi importanti obiettivi. E a breve verrà anche convocata una riunione pubblica per illustrare l’iniziativa al paese.