Alveare che dice sì spesa social a chilometro zero

L’obiettivo è, infatti, eliminare lo spreco dei chilometri di trasporto di cibi di altri paesi, contribuendo allo sviluppo sociale, economico e paesaggistico del Canavese.

Alveare che dice sì spesa social a chilometro zero
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Alveare che dice sì arriva a Cuorgnè la spesa "social" a chilometro.

Alveare che dice sì mette radici

In un momento storico in cui l’agricoltura è diventata nuovamente importante, arriva a Cuorgnè Alveare che dice sì. Si tratta quindi di un gruppo che ogni venerdì dalle 18.30 alle 20.00 farà incontrare produttori e membri della comunità. L’appuntamento è nella suggestiva Villa Filanda in via Piave 7. L’intenzione del sodalizio è soprattutto quella di promuovere e favorire la vendita dei prodotti locali. L’obiettivo è, infatti, eliminare lo spreco dei chilometri di trasporto di cibi originari di altri paesi, contribuendo allo sviluppo sociale, economico e paesaggistico del Canavese.

Spesa social ed ecosostenibile

Un piccolo team di bravi produttori canavesani si è posto l’obiettivo di valutare e promuovere nuovi stimoli per una visione dell’agricoltura più vicina e vera. Si punta, infatti, a ritornare a conoscere chi coltiva e trasforma. Dove chi acquista può essere ancora più consapevole di cosa va a mangiare. Nasce così un gruppo spontaneo che aderisce da subito alla proposta della startup Alveare che dice sì. Si tratta di un sistema di acquisto online che permette di ridurre ogni intermediario tra produttore e consumatore. Vivendo, inoltre, il tutto all’interno di una comunità che cresce e si confronta, propone e partecipa attivamente alla vita dell’Alveare.

Taglio del nastro

L’inaugurazione dell’Alveare che dice sì è in programma, oggi venerdì 24 novembre, alle 18.30 a Villa Filanda in via Piave a Cuorgnè. “Tramite un modello totalmente innovativo – spiegano dal gruppo di produttori canavesani – si potrà ritornare a conoscere con i propri occhi i processi produttivi, le qualità del cibo, cosa c’è dietro le certificazioni del cibo, le differenze tra le varietà. E non solo. Anche favorire, infatti, l’avvicinamento dei produttori a nuovi modi di lavoro, a sistemi più sostenibili e più facili”.

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