Valprato Soana

Senza neve ripensiamo al turismo in Valle

"Come Comune stiamo lavorando al progetto “SkiAlp” con la Fondazione Crt e l’Università di Torino: uno studio sull’impatto economico, sociale e ambientale relativo alle microstazioni all’altezza di circa 1500 metri".

Senza neve ripensiamo al turismo in Valle
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Senza neve ripensiamo al turismo in Valle a Valprato Soana una fase di riflessione

Senza neve

Se ne parla già da qualche settimana, ma la situazione non sembra migliorare significativamente: in montagna la carenza di neve rende faticosa l’apertura degli impianti sciistici. I report nazionali di alcuni giorni fa mettevano in risalto la problematica soprattutto per quanto riguarda le località appenniniche, che trovandosi a quote più basse rispetto a quelle alpine, soffrono anche maggiormente le insolite alte temperature. Si è così cominciato a discutere di ristori, e molti già si chiedono come si affronterà la questione sul lungo periodo, in un Paese in cui il turismo sciistico è il più redditizio d’Europa.

Valli Orco e Soana

Come già si è segnalato in precedenza su queste pagine, il problema ha colpito anche località delle valli Orco, Lanzo e Soana come Ceresole, Balme e Piamprato (nel Comune di Valprato).
«Gli investimenti fatti negli anni per le stazioni sciistiche servono a mantenere l’economia locale, legata a tutte le attività commerciali che ruotano attorno al turismo invernale - spiega Francesco Bozzato, sindaco di Valprato - Nel nostro caso, ne sono coinvolti anche i comuni limitrofi come Ronco. Gli alberghi in sè erano pieni durante le feste, ciò che è mancato un po’ è il turismo delle seconde case».

I nuovi progetti

Cosa fare dunque? «Come Comune di Valprato stiamo lavorando al progetto “SkiAlp” con la Fondazione Crt e l’Università di Torino (e in collaborazione con il Comune di Balme) che consiste in uno studio sull’impatto economico, sociale e ambientale relativo alle microstazioni poste all’altezza di circa 1500 metri, come quella di Piamprato. Ciò serve a valutare se questi impianti potranno sopravvivere in futuro, se si tratta di periodi ciclici, o se invece, a causa del cambiamento climatico bisognerà cambiare totalmente logica; è uno studio che darà risultati almeno tra un anno e mezzo. Sicuramente si deve porre una riflessione: è già il secondo anno in cui ci troviamo in questa situazione. Ad oggi il grosso contributo arriva dalla Regione, ma bisogna capire fino a che punto è sostenibile questa cosa, fino a che punto ha senso aprire gli impianti a tutti i costi con grande impiego di fondi pubblici». Bozzato rivela però di aver già maturato una propria visione a lungo termine: «Sono dell’idea che dobbiamo puntare sempre di più su un turismo di tipo estivo, che ha certamente costi molto inferiori rispetto a quello invernale e ha un target più vasto, anche perché lo sci mi sembra stia tornando ad assere un attività di nicchia, dati gli alti costi che comporta per una famiglia media».

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