in consiglio comunale

A Rivarolo il Pnrr ha salvato Schialvino Diemoz, invece, nel mirino

Bertot blocca una delibera (scritta male) fa passare una sua mozione e prende a «pallate» l’esecutivo.

A Rivarolo il Pnrr ha salvato Schialvino Diemoz, invece, nel mirino
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A Rivarolo il Pnrr ha salvato Schialvino Diemoz, invece, nel mirino. Bertot blocca una delibera (scritta male) fa passare una sua mozione e prende a «pallate» l’esecutivo.

Consiglio comunale, promossi e bocciati

L’assessore ai lavori pubblici Lara Schialvino promossa a pieni voti per il lavoro svolto sul Pnrr anche e, soprattutto, dall’opposizione. Il collega al bilancio Francesco Diemoz, invece, messo dietro alla lavagna dalla maestra, pardon, consigliera Marina Vittone perché a suo dire non si è presentato all’appuntamento preparato; e detto da un’insegnante non è proprio un bel complimento. E poi il sindaco Alberto Rostagno, per lo più silente (forse perché concentrato sul Giro d’Italia?) che ha un moto d’orgoglio quando, proprio dalla Vittone è invitato, in seno alla conferenza dei servizi del 13 aprile con Smat al tavolo per l’approvazione del maxi acquedotto del Canavese, a tenere, a volere usare un eufemismo, la schiena dritta nel fare gli interessi della città. Suggerimento al quale il primo cittadino replica piccato: «Usare un’espressione come “piegarsi a novanta gradi” non le fa onore consigliera. E le rammento che l’unica conferenza negli anni a cui ho partecipato è quella della centrale ex Vallesusa e come lei ben sa, non mi sono piegato come allude!».

Toni accesi

Scintille di una maratona consiliare che si è protratta fino a notte fonda venerdì scorso - dalle 20.30 fino alle 1.49 - non senza che il presidente del consiglio, Fernando Ricciardi, stizzito sbotti, all’ennesimo brusio di fondo dei consiglieri ad accelerare il passo: «Se qualcuno adesso ha fretta aveva solo da accettare che la riunione si facesse alle 16 e non alle 20.30. Dividere il consiglio in due sedute? Sento già le accuse d e l l’opposizione per lo sperpero di denaro: perché i Consigli, hanno comunque un costo». Il tutto, con toni ben distanti da quelli british e pacati che generalmente contraddistinguono Ricciardi.

La Minoranza rinuncia ai gettoni presenza

Anche perché fin lì, il dibattito era stato abbastanza sereno nonostante si siano affrontati temi come quelli degli emolumenti e dei gettoni di presenza ai quali i gruppi Riparolium e Rivarolo Sostenibile rinunciano: 18 euro a seduta non sono un gran risparmio ma un bel segnale comunque sì, che arriva però solo da una parte dell’«emiciclo»; sul versante maggioranza tutto tace.

Diemoz e il bilancio contestato

I punti scorrono e si arriva all’aliquota Imu («che non aumenta» annuncia fiero Diemoz) e che resta all’8 per mille («che il massimo che potete applicare», Vittone sottolinea). E va da sé che per difendere il proprio orticello la maggioranza punti il dito sulla revisione e ampliamento degli sconti, di soli 12 mesi fa, delle fasce di esenzione Isee a cui Aldo Raimondo dà una lettura diversa: «Se aumentano i cittadini sotto il tetto dei 10.000 euro vuol dire che Rivarolo è più povera e non è un bel segnale». Scaramucce, fin quando si entra nel vivo del contendere - il bilancio di previsione - e Fabrizio Bertot si prende la scena. Prima chiede a Diemoz se è una «minaccia» l’espressione: «La Tasi è al 9,4% ma poteva essere ancora più alta» e poi quando bolla come «marketing» un’altra dichiarazione dell’assessore al bilancio: «Le tasse non sono aumentate». E con un attacco frontale spiega il perché. «Togliamo un po’ di poesia a questa serata. Va bene il “Pnrr" che è una buona opportunità i cui interessi li pagheranno i nostri figli e anche l’attività di Schialvino, meritevole, soprattutto per aver messo al centro l’edilizia scolastica. Ma diciamolo chiaro: i fondi europei del Piano di ripresa nulla hanno a che vedere con questa amministrazione che ha fallito a 360 gradi. Al netto del Pnrr, è un bilancio da non votare. E’ senza cuore. Non c’è un indirizzo come succede da 8 anni a questa parte. E non è vero che non aumentano le tasse. Chi lo vota, sappia, che darà il proprio consenso ad un prelievo maggiore rispetto all’anno scorso di 400.000 euro. Da dove lo evinco? Dal titolo I: passiamo da 6.791.000 a 7.215.000. Tradotto: al di là dello slogan buono per il marketing - le tasse non aumentano - qui si sta raschiando il barile. Per rifare il manto sintetico del campo di via Merlo servono 90.000 euro ed è quanto si spende per una giornata del Giro d’Italia. Questa Giunta si pone come quella del Pnrr ma è anche quella che con risorse proprie non ha fatto nulla. Lanciate il cuore oltre l’ostacolo: vi siete affidati ai funzionari, ma dal punto di vista strutturale non c’è veramente nulla di nuovo. Siete la continuità del nulla. Rivarolo si sta spegnendo, ve ne rende conto?».

La replica

E chi si aspettava a questo punto una difesa d’ufficio se non di se stesso, ma almeno del Gruppo di maggioranza che rappresenta, ovvero Alberto Rostagno, di fronte ad un quadro degli ultimi 8 anni a tinte così fosche, è rimasto deluso. Perché a tutelare la lista «Rivarolo Rinasce con...» si erge ancora una volta Diemoz che avrà sì redatto il bilancio, ma resta pur sempre il vice di Rostagno dal quale ci si aspetta una risposta politica che non arriverà. E allora ci si accontenta dell’arringa tecnica. «Il Titolo III ha quella dimensione in virtù dei proventi cimiteriali, non per nuove tasse e che ci sia un prelievo extra di 400.000 euro non è vero: è una provocazione che rimando al mittente», così Diemoz. Che continua. «Il capitolo delle entrate è maggiore perché stiamo lavorando bene sull’evaso che è l’aspetto predominante. Non è gradevole pagare le tasse, lo so, ma lo si deve fare. Ripeto: le aliquote non sono state toccate. Non ci sono nostre opere? Falso. Però è vero che ci trasciniamo dietro l’accantonamento di 3,6 milioni, denaro quindi fermo e bloccato, in attesa delle sentenza di Cassazione del Lodo Asa, problema ereditato dal passato e non provocato dalla nostra amministrazione. Stiamo lavorando nelle difficoltà a causa di dinamiche vecchie di anni. Il Pnrr non è frutto nostro, ci mancherebbe, ma è un’opportunità che si sta usando bene nel tentare di vedere una progettualità tutta nuova. Ho fatto una battaglia per mantenere invariata la tassazione e così è stato».

L'affondo di Bertot

Ma Bertot non ci sta. «Va bene la narrazione: l’equazione pagare tutti per pagare meno non funziona e voi ne siete la dimostrazione. Perché se così fosse, con il riemerso, chi ha già fatto il suo dovere dovrebbe ottenere uno sconto e invece non accade. L’evaso vi serve per mantenere questa macchina sempre più costosa. Avete lavorato sui tagli? Allora quei 400.000 euro potevano andare negli investimenti». E sul finale ecco il sindaco. «Quello che sostieni si potrà avverare quando tutti pagheranno, ma ad oggi, purtroppo, non è così».

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