Comuni a rischio collasso, primi cittadini canavesani riuniti nel pavese
Due giorni organizzata dall’Anpci nella zona del Pavese.
La paura dei Comuni a rischio collasso è dettata dalle ultime vicende legislative. Anche i borgomastri canavesani hanno partecipato alla due giorni nel pavese organizzata dall'Anpci.
Comuni a rischio collasso
Ancora una volta il grido di allarme parte dai piccoli comuni. Quelle realtà locali che seppur ristrette nelle dimensioni, con il loro operato cercano di fare grandi cose per il bene dei propri cittadini. E quale palcoscenico migliore se non quello della due giorni organizzata dall’Anpci nella zona del Pavese per chiedere allo Stato maggiore attenzione ed un aiuto concreto. Perché il rischio, tutt’altro che infondato, è che un giorno si arrivi al collasso, con tutti i problemi che ne derivano.
Scelte sbagliate
Ad essere presenti alla manifestazione, che ha riunito centinaia di primi cittadini giunti da tutti Italia, anche i rappresentanti del territorio canavesano. Un gruppo folto di amministratori, che alla presenza di autorità quali il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e del capo della Polizia, Franco Gabrielli, hanno sottoscritto il messaggio lanciato dall’associazione guidata dalla presidente Franca Biglio, ovvero che «Si sta vivendo in grande sofferenza, purtroppo per le scelte sbagliate portate avanti da alcuni enti superiori».
Richieste risorse più adeguate
Ad aver partecipato alla trasferta che si è svolta le settimane scorse sono stati i borgomastri di Borgiallo (Francesca Cargnello), Pertusio (Antonio Cresto), San Ponso (Ornella Moretto), Oglianico (Leonardo Vacca), Lusigliè (Angelo Marasca), Busano (Giambattistino Chiono), Ozegna (Sergio Bartoli), nonché di Burolo (Franco Cominetto) e Montalenghe (Valerio Grosso), oltre al già primo cittadino di Borgofranco, Fausto Francisca. «Stiamo parlando di problemi annosi - ha spiegato Chiono - che andiamo ripetendo da tempo, ma che sembra che non tutti abbiano ancora compreso. Far sparire realtà come le nostre, piccole ma fondamentali per molti versi, procurerebbe tanti disagi a migliaia di cittadini». Le richieste sono semplici: risorse più adeguate e distribuite meglio, bilanci maggiormente flessibili, intervento riguardo il blocco delle assunzioni. «Noi la nostra voce l’abbiamo fatta ancora sentire, ma serve che davvero cambi qualcosa, se vogliamo che i piccoli comuni sopravvivano».