Grimaldi (LeU) a Cuorgnè: "Più liberi e meno disoccupati"

Cambiare tutto, un’ora alla volta. Arriva anche in Canavese la battaglia per ridurre l’orario di lavoro a parità di salario.

Grimaldi (LeU) a Cuorgnè: "Più liberi e meno disoccupati"
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Grimaldi (LeU) a Cuorgnè: "Più liberi e meno disoccupati". Arriva anche in Canavese la battaglia per ridurre l’orario di lavoro a parità di salario.

Grimaldi

Cambiare tutto, un’ora alla volta. Arriva anche in Canavese la battaglia per ridurre l’orario di lavoro a parità di salario. Si tratta di una proposta di legge che arriva dalla Regione Piemonte e che è stata presentata dai consiglieri regionali di Liberi e Uguali Marco Grimaldi, Silvana Accossato e Walter Ottria. Più liberi e meno disoccupati. Il come farlo lo ha spiegato alla Camera del lavoro di Cuorgnè, venerdì 25 gennaio, proprio il consigliere Grimaldi, che ha posto l’attenzione sul «contratto di solidarietà espansiva».

Solidarietà espansiva

«E’ una legge che già esiste ma è sottoutilizzata – ha puntualizzato Marco Grimaldi, promotore di “Cambiare tutto un’ora alla volta” - Su quattro lavoratori che accettano una riduzione di orario di lavoro di una 1 ora e mezza al giorno (sette ore e mezza a lavoratore a settimana, 30 ore per i quattro) l’azienda prevede un’assunzione. La modalità di riduzione potrà essere flessibile: orizzontale o verticale a secondo della tipologia del lavoro e delle esigenze aziendali e dei lavoratori. I dipendenti che accetteranno la riduzione di orario manterranno lo stesso salario. In cambio l’azienda riceverà un contributo messo a disposizione dalla Regione. Si prevede un contributo pari alla riduzione di orario con un massimo di 20 mila euro».

Camera del lavoro di Cuorgnè

Si tratta di una vera e propria sfida, come ha sottolineato, nel paese delle due torri, Grimaldi che ha scelto di non partire dai dati economici per raccontare la situazione del mondo del lavoro e del Paese: «In Italia si lavora troppo o si lavora niente. Assenteismo, depressione e ansia sono all’ordine del giorno. Vogliamo verificare se riducendo l’orario di lavoro e, in parallelo, alzando il livello di occupazione attraverso nuove assunzioni, si può pure centrare l’obiettivo di contenere l’aumento dello stress correlato al lavoro e forse persino migliorare la produttività».

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