Jessica Costanzo: “La questione morale deve tornare a vincere contro i numeri”
Dalla strage del Mottarone alle morti sul lavoro, la deputata torinese vede un filo rosso che unisce diversi drammatici casi di cronaca e chiede a tutti il coraggio di alzare la testa per cambiare davvero questo Paese.
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Dalla strage del Mottarone alle morti sul lavoro, la deputata torinese Jessica Costanzo vede un filo rosso che unisce diversi drammatici casi di cronaca: lo sfruttamento delle persone e la smania di profitto, che vengono anteposti alla vita. Ma, ricordando l’anniversario della strage di Capaci, a tutti noi viene chiesto di decidere ogni giorno che “teste di minchia” vogliamo essere, per avere il coraggio di alzare la testa e cambiare davvero questo Paese.
Come la politica tutela le famiglie delle vittime?
Più di una settimana fa una notizia terribile colpiva la nostra regione e ho pensato ai familiari delle vittime del ponte Morandi: come la politica tutela le famiglie delle vittime?
Jessica Costanzo: “Stragi da profitto”
Tornando alla tragedia della funivia del Mottarone, nel corso della settimana scopriamo che l’impianto avrebbe dovuto restare fermo, a carico del titolare dell’impianto in questione e di altri suoi collaboratori ci sono gravi indizi di colpevolezza, ma di questi giorni è la notizia della scarcerazione.
“Gravi inadempienze sulla sicurezza”
Credo ci sia un filo rosso tra il caso di Luana D’Orazio, uccisa dal macchinario tessile su cui lavorava solo poche settimane fa, e la tragedia della funivia del Mottarone. Su entrambi pare proprio ci fossero delle gravi inadempienze sulla sicurezza.
Jessica Costanzo: “Che teste di minchia vogliamo essere?”
Ricordando l’anniversario della strage di Capaci e la morte del giudice Giovanni Falcone, citando il collega Paolo Borsellino, la deputata provocatoriamente chiede che “teste di minchia” decidiamo di essere, ogni giorno: perché la questione morale parte da noi.
Per il ruolo piccolo o grande che rivestiamo nella società ricordiamoci che la vera sfida quotidiana è avere il coraggio di poter andare a dormire con la coscienza a posto la sera, per svegliarsi al mattino e poter essere in grado di guardarsi allo specchio. Lo dobbiamo alle 14 vittime innocenti, a tutti coloro che sono morti per negligenze e inadempienze altrui, e lo dobbiamo soprattutto al piccolo Eithan e al figlio di Luana.