Rostagno licenzia Schialvino, come fuori dalla crisi?

Rostagno licenzia Schialvino, come fuori dalla crisi?
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Rostagno licenzia Schialvino dalla Giunta, un terremoto che gli osservatori politici hanno misurato su scala Richter (unità di misura per le scosse più potenti e devastanti) quello che giovedì scorso, 12 gennaio 2023, ha colpito Palazzo Lomellini.

Rostagno licenzia Schialvino

Il sindaco Alberto Rostagno - com’è nelle sue facoltà, ci mancherebbe - ha «licenziato» in tronco l’assessore Lara Schialvino. Con un atto unilaterale, senza appello e contraddittorio, ha fatto sapere per interposta persona - il segretario comunale Aldo Maggio che ha redatto il dispositivo e poi notificato attraverso i vigili urbani - che non gode più della sua fiducia e pertanto dopo otto anni di collaborazione le ritira le deleghe. Fuori dalla Giunta. Dunque, la mosca bianca del gruppo di governo, l’assessore senza la tessera del Pd in tasca a differenza dei suoi colleghi o che non risulta nell’elenco degli iscritti, come il sindaco, ma fa video-endorsement elettorali per i Dem, è stata messa fuori gioco. Accompagnata alla porta.

Riunione a sorpresa

Rostagno licenzia Schialvino si diceva. In un incontro avvenuto giovedì scorso alla presenza di Alberto Rostagno e del suo vice Francesco Diemoz. La Schialvino era arrivata in Comune per una riunione di Giunta già prefissata e, invece...
L’incontro a tre si è trasformato in un’udienza da aula di tribunale, ma senza possibilità di appello. Al centro del contendere l’attitudine di Lara Schialvino a non essere più una «yes woman», ma assessora capace di esprimere il proprio parere (anche) contrario rispetto a determinate scelte. Come il dissenso manifestato sul non investire in manutenzioni (su beni immobili comunali, aree verdi…) che da 8 anni è un capitolo di bilancio che non è mai stato implementato rispetto alla legislatura commissariale precedente e che negli ultimi esercizi è stato, anzi, ridotto dando priorità a scelte (politiche e legittime) come eventi sportivi (Giro d’Italia) o eventi culturali (presentazioni di libri tra i soliti amici).

La voce del popolo

Lara Schialvino «paga» anche l’aver portato nelle stanza del potere (quindi ai colleghi assessori e al sindaco) parte del malcontento che si respira in città, che capta chi amministra e vive Rivarolo, per problemi noti e che ancora oggi restano senza soluzioni. Mancanza di fiducia perché tra i rivoli dei corridoi di Palazzo si vocifera addirittura che l’assessora alla gentilezza, fosse così... gentile, da «suggerire» le interrogazioni da presentare all’opposizione, indicando quali tasti toccare. E l’ultimo caso sarebbe quella presentata da Riparolium sul Piano Urbano del Traffico. Ora, si può credere a tutto e al contrario di tutto ma che Fabrizio Bertot (e ci mettiamo anche Marina Vittone) abbia bisogno delle imbeccate di Lara Schiavino per mettere in difficoltà la Giunta Rostagno appare alquanto improbabile. Anche perché il fuggi-fuggi della maggioranza nell’ultimo consiglio comunale (cosa mai vista: generalmente è l’opposizione che abbandona il campo) ne è la riprova: il segretario provinciale di Fratelli d’Italia non ha bisogno di nessuno per far saltare i nervi a Rostagno e i suoi, sa benissimo da solo come fare e tutte le volte lo dimostra.

Il dado è tratto

Ma tant’è. Lara Schialvino dopo aver fatto atterrare a Rivarolo qualche milione di euro dalla grande «lotteria» qual è il Pnrr e avere praticamente diretto l’assessorato affinché predisponesse i progetti per poterli incassare realmente quei soldi nei prossimi mesi, non è più l’assessore di riferimento. Ma soltanto consigliera di quello che - fossimo in Parlamento - chiameremmo Gruppo Misto. E chissà quanto instabile siano, adesso, anche le sedie di Costanza Conta Canova che da 8 anni non ha ancora proposta nulla per risolvere la questione della biblioteca che straborda di volumi o Helen Ghirmu che da due anni non ha prodotto una soluzione al mercato, arrivando al primo storico sciopero dei mercatali del 24 dicembre 2022, se la collega che attraverso il Pnrr (quindi risorse non comunali) rifà strada e tiene in piedi le scuole è stata licenziata.

Verifica di Maggioranza

Ma come si diceva, non è una questione di capacità, ma di fiducia. Già, la fiducia. Che non ci sarebbe più stata. E per capire se così è, nelle democrazie moderne, si usa uno strumento: la verifica di maggioranza. Dove seduti intorno ad un tavolo, nel segreto delle proprie stanze, si argomenta il tema, si cerca di capire perché alcuni appartenenti al gruppo manifestino segnali di insofferenza e si arriva ad una sintesi. E il «mal di pancia» in questione, quello di Lara Schialvino, sono la paventata astensione al voto sul bilancio (la madre di tutte le delibere di un’amministrazione) o le uscite «tattiche» in Consiglio comunale per non votare alcuni provvedimenti. Segnali da captare e analizzare per poi arrivare a una risultante, negativa o positiva che fosse. Invece, ha vinto il posizionamento in vista della nuova corsa elettorale e Alberto Rostagno strattonato (leggi, consigliato) forse da chi da chi pensa di trarre vantaggio da questa uscita di scena, ha deciso di impeto e in maniera diretta di firmare il decreto e spedirlo. All’indirizzo di Lara Schialvino, la più votata nelle ultime due tornati elettoraili. Una gelida lettera di licenziamento recapitata attraverso un messo comunale. Il tutto dopo aver condiviso un cammino di 8 anni di vita amministrativa insieme. E giovedì scorso c'è stata la prima riunione del gruppo di maggioranza, post-licenziamento dove si è tracciata la road map dell'ultimo anno di amministrazione.

Maurizio Vermiglio

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