Tra Faccilongo e Luetto scontro al vetriolo

Tra Faccilongo e Luetto scontro al vetriolo
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Tra Faccilongo e Luetto lo scontro dialettico potrebbe finire in Tribunale davanti ad un giudice.

Tra Faccilongo e Luetto

Seduta di consiglio comunale parecchio burrascosa quella tenutasi mercoledì scorso, 29 settembre. Se è vero che l’assemblea ha approvato il Documento Unico di Programmazione, le agevolazioni Tari, il via libera al partenariato pubblico-privato per il parco Grande Torino e alcune variazioni al Piano triennale dei Lavori Pubblici, in occasione della discussione sul Dup, ad accendere le scintille è stato il capogruppo di opposizione di Progetto Leini Francesco Faccilongo.

Vago e confuso

Dopo avere bollato il Documento come “vago, confuso, disorganico ma che rappresenta bene il modo di lavorare di questa giunta”, ha affondato l’attacco poco dopo la replica dell’assessore ai Lavori Pubblici Dario Luetto: «Nel leggere questo documento c’è un effetto straniante – ha detto Faccilongo – visto che ci troviamo di fronte ad una città sporca, disorganizzata e dove non si muove nulla mentre in consiglio comunale gli assessori promettono chimere che non si sa se saranno mai raggiunte. Le affermazioni fatte dall’assessore Luetto sullo spostamento della Casalegno pongono dei dubbi: o lei non è credibile o c’erano delle intenzioni che non erano state dette o non sapevate cosa fare. In campagna elettorale avevate dichiarato che la scuola media non l’avreste spostata e poi la sposterete. Non mi sembra un modo corretto e trasparente di governare questa città».

"Faccia tosta"

Nonostante il tentativo di Luetto di spiegare, nel dettaglio, la vicenda dell’acquisto del Centro Servizi e dei vincoli annessi, Faccilongo ha affondato il colpo dicendo: «Tra le tante qualità dell’assessore Luetto, la faccia tosta non gli manca assolutamente. Nelle città serie, con amministratori politici seri, quando vengono sorpresi con le mani in pasta, questi fanno un passo indietro. Qui c’è carenza di serietà. Non parlo di moralità ma di etica di fare politica. Invece questa è un’amministrazione che è stata colta in flagranza con la pubblicazione di pezzi di programmi copiati e trasportati nel proprio. Questa non è serietà».

Le repliche

Parole che hanno provocato le immediate reazioni del consigliere Roberto Camellino: «Ci spieghi cosa intende dire – ha detto rivolto a Faccilongo - con la frase “colti con le mani in pasta”?» e dell’assessore Dario Luetto: «Capisco che certi interventi siano fatti in modo provocatorio ma su certe affermazioni valuterò con attenzione il da farsi e come reagire. È la prima volta che mi si dice che sono stato colto “con le mani in pasta” e che ho la “faccia tosta”. Considerazioni che trovo scomposti e scorretti». Anche il sindaco, dopo essersi alzato dal suo scranno con un’affermazione piccata, ha ribattuto con determinazione alle parole del consigliere di opposizione: «Ho sentito appellare un assessore come “faccia tosta” da un consigliere che nella seduta precedente ha definito indecente una proposta di delibera portata all’attenzione del consiglio comunale – ha ribattuto il primo cittadino. Un consigliere avvezzo all’insulto nei confronti di chi lavora e di chi produce degli atti. Un consigliere che fa dell’insulto la sua cifra politica. Abbiamo sentito un paragone relativo “alle mani in pasta”. A questo punto la invito a individuare le situazioni e di farne denuncia nelle opportune sedi, se è arrivato a questa percezione non più solo di indecenza ma di illegalità. Il problema è un altro: è che lei non ha niente da dire rispetto al contenuto politico. Questa maggioranza ha delle linee di mandato che sta perseguendo ed applicando. Lei le giudichi come vuole». La polemica si è quindi smorzata ma lo scontro dialettico, in questa seduta ha oggettivamente travalicato la classica critica politica.

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