Rivarolo Canavese

Lezione con Franco Filippazzi per gli studenti del Moro

Il pioniere dell’informatica è intervenuto nel convegno organizzato dall’istituto in collaborazione con AICA.

Lezione con Franco Filippazzi per gli studenti del Moro
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Lezione con Franco Filippazzi per gli studenti del Moro. Il pioniere dell’informatica è intervenuto nel convegno organizzato dall’istituto in collaborazione con AICA.

Lezione con Franco Filippazzi per gli studenti del Moro

Per l’uomo diventa sempre più difficile competere con una delle sue più grandi invenzioni: il computer. Talvolta l’allievo supera il maestro. Dall’era industriale siamo passati a quella cibernetica e tutto ciò è avvenuto grazie al computer, il quale ha trasformato i luoghi di lavoro e rivoluzionato l’economia e la scienza. Ovunque ci siano informazioni, c’è di mezzo questo magnifico strumento, tuttavia al giorno d’oggi, neanche ci accorgiamo della sua esistenza e non ci stupiamo delle sue prestazioni. Negli anni 60 il presidente della più grande azienda che costruiva computer riteneva che non si sarebbero mai potuti diffondere ad uso personale, perché erano troppo voluminosi, troppo costosi e consumavano un enorme quantità di energia. Oggi le persone viaggiano con il proprio smartphone in tasca. Incredibile come l’uomo sia arrivato a tali innovazioni, merito di coloro che hanno compreso l’efficacia di tale strumento e attraverso la loro curiosità e ingegno l’hanno trasformato in un calcolatore straordinariamente veloce, sempre a portata di mano.

L'incontro

Venerdì 21 ottobre, gli studenti dell’Istituto di istruzione superiore Aldo Moro di Rivarolo Canavese hanno avuto l'occasione di incontrare uno dei pionieri dell'informatica in Italia: Franco Filippazzi: un uomo straordinario che all’età di novantasei anni continua ancora a raccontare, attraverso parole impregnate di storia e occhi che luccicano di entusiasmo, una delle esperienze più affascinanti che ha vissuto durante la sua vita. Il professore è intervenuto nel convegno organizzato dall’istituto Moro in collaborazione con AICA (Associazione Italiana per l'informatica e il Calcolo Automatico). Sono intervenuti Renato S. Marafioti, presidente nazionale, Carlo Tiberti, responsabile ICDL Italia, Gianluca Mazzoccoli, vicepresidente AICA Lombardia, Emanuela Scalzotto, che ha fatto nascere in Italia la certificazione ECDL insieme a Giulio Occhini e Franco Filippazzi. Lo studente Simone Gennero ha tracciato un profilo del professore Filippazzi. Il preside dell’istituto, Alberto Focilla, ha portato i saluti della scuola. L’incontro è stato moderato da Marco Bracco, docente di informatica.

La storia

Con Franco Filippazzi, andiamo negli anni 50 del secolo scorso, un periodo incredibilmente dinamico sia dal punto di vista scientifico che economico: l'informatica è ancora agli albori in tutto il mondo.
I prodotti dell’Olivetti erano basati su tecnologie meccaniche eccezionali, e nessuno si aspettava che il futuro dell’azienda risiedesse nell’elettronica. Si trattava di passare da macchine fatte di ingranaggi a veri e propri sistemi di elaborazione. A chi affidare un progetto così avanzato? Non bastano studio e competenze, ci vuole passione, impegno e praticità. A Pisa viene selezionata una squadra di giovani e talentuosi ragazzi, tutti fisici ed ingegneri: tra di essi spicca la figura del professor Filippazzi. "Immaginiamo un'epoca in cui il computer era ancora un oggetto sconosciuto e internet non esisteva, un'idea quasi inconcepibile per noi. Il nostro gruppo pisano nel 1959 vince una sfida epocale: crea la prima macchina interamente a transistor, denominata Elea 9003. Il piccolo gruppo di ricercatori non avrebbe mai immaginato di raggiungere per primo un tale traguardo! Questo computer occupava le dimensioni di un intero armadio, ad una prima impressione si potrebbe pensare che non sia stata un'invenzione così all’avanguardia e significativa, ma ciò che bisogna tener presente è che si passava dalla grandezza di un'intera stanza a quella di un armadio: davvero impressionante".

“Ragazzi…siate curiosi, sempre!”

Fondamentale il messaggio che il professore ha trasmesso a questi ragazzi: c’è sempre spazio per la ricerca e non si smette mai di imparare. “Professore, pensando al nostro futuro, che consiglio darebbe a noi ragazzi?”
“Ragazzi…siate curiosi, sempre!”.

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