Rivarolo Canavese

Occupato l'istituto Aldo Moro, la protesta arriva in Canavese

Il comitato studentesco spiega il perché della "disobbedienza civile"

Occupato l'istituto Aldo Moro, la protesta arriva in Canavese
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Occupato l'istituto Aldo Moro, la protesta arriva in Canavese

Occupato l'istituto Aldo Moro

L'annuncio è stato fatto direttamente dal rappresentante d'Istituto dell'I.I.S. Aldo Moro di Rivarolo Canavese: "Questa mattina a seguito del risultato delle votazioni in assemblea d'Istituto, abbiamo dichiarato l'occupazione". Con queste poche righe in uno scarno comunicato gli studenti di Rivarolo hanno annunciato lo stato di agitazione. Lasciando poi la porta aperta per approfondire il perché della loro scelta.

Le motivazioni

"Noi studentesse e studenti riteniamo che le tragiche morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci siano un chiaro esempio della insufficiente attenzione riservata alla scuola. Rifiutiamo con forza un sistema che non ci valorizza in quanto persone, fino al punto di accettare che degli studenti possano perdere la vita nel contesto di un percorso scolastico. Tale sistema, che dovrebbe avere come obiettivo fornire agli studenti e alle studentesse gli strumenti per raggiungere la felicità e la realizzazione personali e collettive, è profondamente malato, come dimostrano gli effetti che ha sulle giovani fasce d’età, sempre più preda di ansia, affanno e depressione, causati da un ambiente da cui ad uscirne rafforzato è solo il più capace di chiudere gli occhi davanti alla sofferenza che lo circonda e di perseguire egoisticamente le proprie ambizioni personali.  Il Corpo Studentesco dell’I.I.S. Aldo Moro pretende un modello di scuola diverso, che favorisca il dialogo ed il confronto democratico, la crescita collettiva e solidale, un sapere che non si limiti all’accumulo di nozioni, ma che coinvolga l’interezza della persona.  La scuola deve essere un ambiente dove si promuove il ben-essere di tutti, dove la fatica è ripagata dalla gratificazione e dalla consapevolezza del valore dello studio, che non deve avvenire in un clima di frenesia ed ansia, peraltro nocive all’apprendimento, ma di serenità e calma che permettano uno sforzo continuo e fecondo. Perché ciò avvenga è necessario che la nostra comunità nazionale inizi a considerare la scuola il pilastro su cui essa si fonda, una priorità imprescindibile sulla quale investire, in quanto nessuna società può prosperare senza un’eccellente istruzione e formazione dei suoi membri.

Gli obiettivi

"Attraverso questo atto di disubbidienza civile intendiamo riportare questi temi al centro del dibattito dell’opinione pubblica, quantomeno locale, che deve essere consapevole dell’esigenza di riforme nette ed organiche. Durante l’occupazione ci confronteremo, anche con il personale docente, per riscoprire il senso da attribuire alla scuola ed elaborare possibili soluzioni ai problemi che la soffocano, dibattendo su temi quali le difficoltà politiche delle riforme sull’istruzione, i problemi dell’edificio scolastico, i limiti dei PCTO (la sicurezza, lo scopo, i risultati…), la valorizzazione delle esperienze personali degli studenti, il superamento delle lezioni frontali, lo studio della religione cattolica, la crisi climatica e la sostenibilità ambientale del nostro istituto, i metodi di valutazione, l’interdisciplinarità dello studio, l’introduzione dell’educazione al pensiero critico nell’insegnamento e molto altro. A queste attività se ne aggiungeranno altre di riflessione sull'attualità e culturali. Le discussioni dovranno portare a delle proposte concrete che saranno poi oggetto di incontri successivi tra studenti e docenti. L’intera esperienza è da intendersi come un nostro prendersi cura della scuola, la quale, trascurata e sofferente a causa del suo stato di abbandono, non è in grado di adempiere al suo ruolo. Questa nostra occupazione dunque mira, con il contributo delle e degli insegnanti, ad elaborare dei metodi per permetterne la rinascita".

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