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Nessuno vuole la villa confiscata al boss: anche il secondo bando è andato deserto

In ballo il finanziamento regionale di 50 mila euro per il recupero di beni sequestrati

Nessuno vuole la villa confiscata al boss: anche il secondo bando è andato deserto
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Nessuno vuole la villa confiscata al boss: anche il secondo bando è andato deserto, in ballo il finanziamento regionale di 50 mila euro per il recupero di beni sequestrati.

Nessuno vuole la villa confiscata al boss

Il secondo avviso di manifestazione di interesse per l’assegnazione della villa sequestrata alla 'ndrangheta in via Salgari a Cuorgnè è andato, di nuovo, deserto. Dopo che la prima scadenza del 27 dicembre non aveva ricevuto alcuna risposta, il Comune di Cuorgnè aveva riproposto il medesimo bando con scadenza il 7 febbraio, ieri. Purtroppo anche questa volta al Comune non sono arrivate manifestazioni di interesse da enti e associazioni del terzo settore per gestire l’immobile. Adesso l’Amministrazione si trova a dover fare i conti con questa mancanza di interesse che ne sconvolge i piani.

Occorre rivedere i piani

Se, infatti, un mese fa, la colpa per non aver ricevuto offerte poteva essere data al periodo natalizio e al poco tempo concesso, una quindicina di giorni, per la preparazione dei progetti, questo nuovo stop implicherà la necessità di comprendere le ragioni del disinteresse. Una comprensione necessaria anche perché questa ricerca di un soggetto gestore della villa è legato a un finanziamento regionale di circa 50 mila euro relativo al recupero del bene sequestrato. «Nonostante le diverse richieste di informazioni e i sopralluoghi di alcuni enti del terzo settore - commenta la sindaco Giovanna Cresto -, non sono pervenute domande di partecipazione. Abbiamo già preso contatti informalmente con l’assessorato regionale e chiederemo l’istituzione di un tavolo al prefetto per trovare una soluzione in tempi brevi, senza rivedere la destinazione progettuale che avevamo ipotizzato, ovvero il “Dopo di Noi”».

Per un servizio che punti alla tutela di persone disabili

La richiesta del Comune era, infatti, di progettare un servizio che puntasse alla tutela di persone disabili rimaste prive del sostegno familiare, oltre a stimolare la loro autonomia facendoli vivere in modo indipendente, anche se "protetto" dall’associazione che avrebbe dovuto gestire la struttura. Nello specifico la villa di via Salgari, secondo i progetti d e l l’Amministrazione di Cuorgnè, avrebbe dovuto essere ristrutturata in modo tale da realizzare delle unità abitative che potessero essere utilizzate per ospitare soggetti con disabilità di grado medio-lieve. Tutto adesso, però, viene rimesso in gioco e sarà necessario ripensare il progetto per tentare, non solo di non perdere il finanziamento regionale, ma di non rimanere con un immobile che avrà necessariamente dei costi di gestione senza nessun uso specifico.

I dubbi dell'Amministrazione

Era stato proprio questo timore, a fine 2021, a spingere la maggioranza a non richiedere la cessione gratuita del bene che era in capo all’Agenzia dei Beni sequestrati alla mafia. Questo perché riteneva di non avere né fondi né progetti per usarlo al meglio. Una scelta che si portò dietro non poche polemiche con i consiglieri di opposizione, sia all’interno della sala consigliare, sia fuori. Qualche mese dopo, a inizio estate, però, la maggioranza fece marcia indietro e propose al Consiglio comunale di modificare la precedente decisione accettando il passaggio di proprietà. Quello che era cambiato, venne spiegato, era che in quei mesi erano stati individuati soggetti che sembrava avessero interesse nell’utilizzare la struttura e, contemporaneamente, la Regione aveva annunciato dei bandi per la ristrutturazione proprio di beni sequestrati e entrati in possesso di pubbliche amministrazioni. Finanziamenti che Cuorgnè si era poi aggiudicata, garantendosi fondi per 50 mila euro. Purtroppo sembrerebbe ora che quei soggetti che avevano manifestato interesse abbiano cambiato idea. Sarà quindi necessario ripartire proprio da loro per comprenderne le ragioni e cercare di fare in modo che la villa che fu della famiglia 'ndranghetista Iaria, sequestrata a seguito dell’Operazione Minotauro, possa alla fine trovare un uso che sia di vantaggio per la città di Cuorgnè

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