Valperga

Il progetto Melia Canavesana si chiude con successo

Ottenuto in tre anni il mais ibrido «Pignoletto Peila»

Il progetto Melia Canavesana si chiude con successo
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Il progetto Melia Canavesana si chiude con successo: ottenuto in tre anni il mais ibrido "Pignoletto Peila".

Il progetto Melia Canavesana

Con un convegno finale, tenutasi alla risiera di località Braidacroce a Valperga, lo scorso venerdì è giunto al termine il progetto del Molino Peila MeCa, Melia Canavesana, dove "meila" è il termine piemontese per mais. Il progetto ha visto il Molino Peila collaborare con l’Università di Torino per sviluppare un ibrido del seme di mais della tipologia canavesana Pignoletto rosso, che mantenga, il più possibile, le caratteristiche organolettiche del seme iniziale, ma con una maggior resa in termini di quantità e qualità sanitaria. Il progetto è stato finanziato dalla Regione Piemonte.

Il Pignoletto Rosso

Il Pignoletto rosso, una varietà di grano turco antico sviluppatosi in Canavese, è stato spiegato, ha delle caratteristiche organolettiche specifiche, come l’alto contenuto di carotene (elemento che contribuisce a dargli il colore rosso) e di antiossidanti. Ha però dei difetti sul campo che lo fanno risultare non affidabile dal punto di vista industriale: le piante necessitano di ampio spazio tra di loro e il 30% di queste risultano prive di spiga. Inoltre il fusto tende a piegarsi rendendo difficoltosa la mietitura meccanizzata. Inoltre il Pignoletto rosso originale è delicato e la quantità e qualità del raccolto varia notevolmente da anno ad anno. «Caratteristiche - ha spiegato venerdì l’agronomo dell’azienda Alessandro Peila - che rendono economicamente inaffidabile il seme originale: se diamo vita a una filiera industriale di prodotti, realizzati attraverso la farina ricavata dal Pignoletto, devo garantire ai miei clienti una costanza nella quantità e qualità disponibile di anno in anno». Ecco quindi che con ibridazioni successive si è arrivati a ottenere il Pignoletto Peila che permette di creare una efficace filiera.

«Abbiamo incrociato il Pignoletto rosso con altre linee di mais - ha spiegato Alberto Verderio della Planta srl, che si è occupato di questa attività - e in tre anni abbiamo raggiunto lo scopo. Anche se le ibridazioni continueranno, perché normale in campo». Ibridazioni, è stato evidenziato più volte, avvenute in maniera naturale, seppur guidate dall’uomo. Questo ha permesso la sperimentazione sia in campi normali, sia in campi che utilizzato tecniche di agricoltura biologica.

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