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Tragedia della funivia di Stresa: le storie di chi ha perso la vita al Mottarone

14 vite spezzate in un attimo: la cabina è precipitata a pochi metri dall'arrivo in vetta.

Tragedia della funivia di Stresa: le storie di chi ha perso la vita al Mottarone
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Tragedia della funivia di Stresa. Le storie di chi ha persola vita al Mottarone:  dalla giovane famiglia israeliana, ai fidanzatini che si erano ritrovati per un weekend di spensieratezza. E poi la lettera della figlia di una delle vittime al papà che non rivedrà più.

Tragedia della funivia di Stresa

La cabina della funivia è precipitata a pochi metri dall'arrivo sulla cima: il cavo d’acciaio portante si è spezzato e la cabina è precipitata ed è rotolata lungo la montagna fino a fermare la sua fatale corsa contro alcuni alberi. Una caduta fatale che ha causato la morte di 14 persone, 5 diversi nuclei famigliari, tre dei quali lombardi (due dal Varesotto e uno da Pavia), più due coppie una originaria del Cosentino e residente nel VCO e un’altra originaria del Barese e residente a Piacenza.

Una giovane famiglia distrutta

Tra le 14 vittime della tragedia una giovane famiglia residente nel Pavese: madre, padre e il figlio di 2 anni. Come riportano i colleghi di primapavia.it  le vittime sono i coniugi Amit Biran, 30 anni, e Tal Peleg, 27 anni e il figlio Tom di 2 anni. L’altro figlio di 5 anni, Eitan, è grave al Regina Margherita di Torino, sedato e intubato. Al suo fianco la zia, sorella del papà, giunta al suo capezzale ieri sera. Nell tragedia il piccolo Eitan ha perso anche i nonni che si trovavano sulla funivia con la sua famiglia.

Il cordoglio della comunità ebraica

“Erano rientrati da poco da Israele e volevano passare una giornata spensierata. È una tragedia che lascia senza parole”, il cordoglio espresso dal presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani. “Amit faceva sicurezza da noi. Era studente di medicina, un giovane molto gentile, sempre sorridente. Una persona squisita. È veramente un grande dolore”.

Serena e Mohammed, giovani fidanzati

(immagine tratta da Facebook). Serena Cosentino aveva 27 anni. Era di origini calabresi ma da qualche mese risiedeva a Verbania. Lei da qualche mese lavorava al Cnr e studiava le microplastiche nel lago Maggiore. Lui abitava a Roma. Si sono ricongiunti per un weekend spensierato sulla cima del Mottarone. Sono morti così la 27enne Serena Cosentino di Diamante in Calabria e Mohammed Reza Shahisavandi, 30 anni, iraniano, che studiava nella Capitale e si pagava gli studi lavorando in un bar

Da Stresa erano partiti per il Mottarone. Una domenica come tante anche per festeggiare la recente guarigione di Serena dal Covid.

La lettera di Angelica per papà Vittorio

“Ho il cuore a pezzi papà, perché è successo questo?”: la lettera della figlia di una vittima della tragedia al Mottarone. Angelica, figlia di Vittorio Zorloni, 54enne del varesotto, tra le vittime del dramma sulla funivia di Stresa Mottarone, accaduto ieri. Vittorio Zorloni è deceduto insieme alla moglie Elisabetta Persanini e al figlio Mattia di 9 anni  portato in condizioni critiche al Regina Margherita di Torino dove purtroppo il suo cuore ha smesso di battere.

Ha voluto scrivere sui social, lasciando lì le sue parole per il papà che ieri è deceduto nel drammatico incidente sulla funivia di Stresa. Una lettera a cuore aperto, al papà che non vedrà più e al fratellino.

“Papà, ironia della sorte oggi io ero sul versante opposto della montagna con la mia famiglia, voi avete pensato di andare finalmente a farvi un bel giro in funivia nel primo giorno di sole e libertà e invece le nostre strade si sono divise per sempre. So che da lassú adesso faremo finalmente pace perché, semplicemente, in questa vita non eravamo destinati a riuscire a parlarci in modo giusto. (…) Ma comunque papà, ti ho amato tanto e per questo mi facevi così arrabbiare e so che anche tu mi hai amata tanto. Anche se non leggerai mai queste parole c’è una cosa più grande e potente che ci legherà in eterno.

E so, papà, che non è stato in questa vita  ma sarà nella prossima in cui sistemeremo tutto e ci riabbracceremo.

E tu, piccolo Mattia, oggi diventi un angelo meraviglioso e tanto prezioso accompagnato dalla tua mamma. Vi porto nel cuore come solo le cose belle si possono portare. Alla prossima vita, che adesso possiate ridere tutti e tre di nuovo insieme nella luce più splendente di tutte”.

 

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